Un nuovo progetto di ricerca in Humanitas University sulle malattie rare del sangue, grazie a una donazione nel ricordo dei genitori
Una generosa donazione nel ricordo dei genitori, mancati nell’arco di pochi mesi tra 2018 e 2019 a causa di due rare malattie del sangue, per sostenere la ricerca di Humanitas University. È una storia di altruismo e amore quella della famiglia Buzzella, originaria di Crema dove l’attività imprenditoriale è oggi portata avanti dai figli. Il finanziamento consentirà di avviare un ciclo triennale di studi sulla aplasia midollare e le sindromi mielodisplastiche.
«Sono persone molto attente alla ricerca e all’innovazione, anche come riflesso della loro attività industriale. Dopo la malattia dei genitori, che sono stati in cura in Humanitas, i figli ci hanno espresso la volontà di poter contribuire all’avanzamento scientifico», spiega il Prof. Matteo Giovanni Della Porta, docente di Humanitas University e Responsabile di sezione leucemie e mielodisplasie di Humanitas. La cifra donata corrisponde allo stanziamento necessario per l’assunzione per tre anni di un ricercatore universitario. «Ho proposto, di investire in capitale umano, reclutando un giovane scienziato per studiare queste malattie del sangue rare. Abbiamo espletato le pratiche e fatto il concorso. Il vincitore, il dottor Matteo Bersanelli, prenderà servizio a gennaio».
Bersanelli, 33 anni, è laureato in Matematica, ha completato il dottorato in fisica applicata presso l’Università di Bologna e quindi il post doc focalizzato su big data e machine learning applicati alle scienze mediche. «Negli ultimi due anni ero già stato coinvolto in vari progetti ricerca con gruppi di Humanitas University, in particolare con il prof. Della Porta», racconta Bersanelli. «le malattie ematologiche sono al centro della mia ricerca e lo saranno nei prossimi anni. Vogliamo sfruttare le nuove tecnologie della analisi genomica e intelligenza artificiale, nonché la grossa casistica clinica che ci offre il collegamento con Humanitas Cancer Center, per studiare i meccanismi molecolari e immunitari della aplasia midollare e delle sindromi mielodisplastiche, con lo scopo di migliorare le possibilità di cure per i pazienti. Il contesto in cui mi troverò a lavorare è multidisciplinare e di grande qualità».
Un impegno importante, preso con una consapevolezza in più: «Ho saputo di questa donazione e della vicenda della famiglia. Sento la responsabilità di fronte a un gesto così importante. Il nostro lavoro ha sicuramente un significato scientifico, ma ne ha anche uno umano molto grande. Non lavoriamo solo sui dati, che possono sembrare astratti o lontani, ma soprattutto migliorare le qualità della vita delle persone. Partire da questa storia non è indifferente, ha un peso che si sente».
La sindrome mielodisplastica e l’aplasia midollare sono due malattie rare con forti analogie. Le manifestazioni cliniche e i sintomi sono simili e in entrambi i casi si abbassano molto i valori del sangue. Si tratta di patologie in cui il sistema immunitario del paziente viene colpito con conseguenze gravi e, purtroppo, a volte fatali. «Il dottor Bersanelli arriva in Humanitas dopo aver firmato un articolo importante che rappresenta un grande passo avanti nello studio di queste malattie in termini di prognosi e cure», ricorda il Prof. Dalla Porta.
«Si tratta di un lavoro sulle sindromi mielodisplastiche pubblicato dal Journal of Clinical Oncology (la più importante rivista oncologica mondiale, ndr)», spiega l’autore. «Lo studio aveva due obiettivi. Il primo è stato definire nuovi sottogruppi di pazienti sulla base di informazioni cliniche e molecolari. Abbiamo dimostrato che le informazioni molecolari sono di fondamentale importanza per comprendere le manifestazioni della malattia e l’impatto sulla salute di ogni individuo con questa malattia. Un rilievo mai fatto nei riguardi di questa malattia, che ha una grande importanza anche per la definizione di nuove terapie nel prossimo futuro».
«Il secondo aspetto, ancora più innovativo – prosegue Bersanelli – è stato l’elaborazione di un nuovo sistema predittivo, messo a punto proprio sulla base delle informazioni cliniche e molecolari, che permette di stimare in modo preciso la prognosi di ogni singolo paziente con sindrome mielodisplastica. La direzione è quella della medicina personalizzata e basata sui dati. Un’innovazione che potrà aiutare i medici ematologi a prendere le decisioni più appropriate nella scelta del trattamento più opportuno per ogni singolo paziente».
«È importante sostenere la ricerca su queste malattie, perché spesso sono orfane di trattamenti – sottolinea Della Porta –. Non solo: soprattutto in ematologia, molti avanzamenti su patologie purtroppo più diffuse, come le leucemie, sono stati ottenuti proprio studiando le malattie rare».