Terapie cellulari e strategie di prevenzione: armi per combattere patologie autoimmuni e malattie virali: la lezione del Prof. Camillo Ricordi a Humanitas University


Lo scorso dicembre, Humanitas University ha ospitato il Prof. Camillo Ricordi, Direttore del Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center dell’Università di Miami, che ha tenuto un seminario in diretta streaming rivolto a studenti, specializzandi e al personale medico e di ricerca.

Riconosciuto come uno dei maggiori esperti al mondo nella ricerca per la cura del diabete e negli studi sui trapianti di cellule, il Prof. Ricordi ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Dal gennaio 2020 è in prima linea anche nella battaglia contro il Covid-19, dirigendo il team internazionale che ha recentemente concluso il primo trial randomizzato prospettico di trapianti di cellule staminali mesenchimali (espanse dal cordone ombelicale donato dopo la nascita di un neonato sano), per trattare i casi gravi di Covid-19 e ARDS (sindrome da distress respiratorio acuto).

Il seminario è stato introdotto dal Rettore di Humanitas University, Prof. Marco Montorsi, e dal Direttore Scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas, Professore Emerito Alberto Mantovani. Argomento della lezione le terapie cellulari avanzate e le strategie preventive per la cura di patologie autoimmuni come il diabete di tipo 1 e malattie virali come il Covid-19. Dopo l’incontro abbiamo fatto alcune domande al Prof. Ricordi.

Come siete arrivati all’utilizzo di trapianti di cellule staminali per la cura dei casi gravi di Covid-19?

Quando è esplosa la pandemia in Cina, abbiamo chiamato i nostri collaboratori sul posto e gli abbiamo detto: ‘Abbiamo già una strategia. Funziona con il diabete e altre patologie, avete provato ad applicarla alla cura del Covid-19?’. Così sono partiti i primi trial, dopo il via libera della Food and Drug Administration negli Stati Uniti. I risultati sono stati spettacolari.

Quali esiti hanno avuto le prime sperimentazioni?

Abbiamo appena pubblicato i primi risultati che sono stati molto incoraggianti: https://doi.org/10.1002/sctm.20-0472

Le infusioni di cellule mesenchimali staminali derivate dal cordone ombelicale si sono dimostrate sicure e senza effetti collaterali per i pazienti trattati. Tra i casi più gravi la sopravvivenza è stata del 91 per cento nei pazienti trattati con cellule staminali, contro il 42 per cento del gruppo di controllo. Anche le guarigioni senza serie complicanze sono state molto più significative. Il tempo di cura è risultato più breve: oltre il 60 per cento è uscito dall’ospedale in due settimane, contro le permanenze di oltre un mese nei soggetti sopravvissuti del gruppo controllo. Guardando il sottogruppo dei pazienti sotto gli 85 anni, la sopravvivenza è del 100 per cento con due iniezioni di staminali. L’effetto della cura si vede in una o due settimane. 

Perché questa cura è risultata così efficace?

Dopo una semplice iniezione endovenosa, queste cellule arrivano direttamente nel polmone. Il 90 per cento resta intrappolato. Questa è una caratterista del Covid-19 che ci aiuta: in altre patologie servono tecniche diverse per bypassare il polmone, mentre in questo caso l’azione deve essere proprio a livello polmonare. L’effetto di queste cellule è antinfiammatorio e di regolazione del sistema immunitario. C’è un’azione anti citochine, le molecole proteiche prodotte dal sistema immunitario che sono associate all’immunotrombosi nei casi gravi. Inoltre, promuovono la rigenerazione dei tessuti.

Quali sono le possibili applicazioni su larga scala?

Sono molto significative, se pensiamo che da un singolo cordone ombelicale si possono produrre oltre 10mila dosi terapeutiche. Per ora, il trial internazionale ha riguardato nord America e Cina. Anche in Italia qualcosa si sta muovendo. I risultati sono stati comunicati all’Università di Modena, che coordina i centri italiani che producono queste cellule: Niguarda e San Raffaele a Milano, Monza e Bergamo, ma anche Roma, Palermo e altri. Abbiamo messo il protocollo online open access, chiunque nel mondo può usarlo. Il nostro è un trial accademico non profit.

Che importanza può avere la ricerca universitaria, in parallelo e in collaborazione con quella delle case farmaceutiche, in epoca di pandemia globale?

Sono molti i temi in gioco. Primo tra tutti quello della prevenzione e della salute della popolazione generale. Esistono librerie di milioni di composti naturali che vengono studiati per capire come spingere la popolazione generale a essere più sana e resistente alle forme più gravi di infezioni virali. Ne parlo nel sito fit4pandemic.com, affrontando anche quello che abbiamo chiamato ‘The batman project’. I pipistrelli si sono evoluti per modulare le loro risposte immunitarie e infiammatorie per evitare complicazioni di infezioni virali. Noi cosa facciamo per prevenire i casi più gravi?

Quale risposta possiamo dare?

Possiamo ricordare che, in parallelo al vaccino e alle nuove molecole su cui si investono miliardi, ci sono anche altre risorse in natura che possono avere effetti positivi. A partire dalle scelte su dieta e alimentazione. Purtroppo, però, su questo tipo di prevenzione non ci sono miliardi di profitti da fare. Il libro “Longevità” di David Sinclair, pubblicato poche settimane fa, spiega che una serie di fattori protettivi rallentano l’invecchiamento. Sono le stesse molecole che studiamo per prevenire le malattie autoimmuni e gli effetti più gravi del Covid-19.

Per gli studenti di medicina e i giovani ricercatori questa pandemia rappresenta un rischio, per esempio con il rallentamento di alcune attività cliniche, o una opportunità?

È una grossa opportunità. Ora abbiamo la chance di dare un ruolo centrale alla ricerca. Certo, bisognerebbe accorgersene non solo in tempo di pandemia. Che ci fossero rischi di pandemia si sapeva da oltre 10 anni, ma nessuno ha fatto niente fino all’emergenza. Ora di colpo la ricerca è centrale: che sia un monito per investire sostenere gli studenti che vogliono intraprendere questo cammino. Inoltre, investire su prevenzione e salute conviene, anche economicamente. È stato calcolato che, se si prolunga la sopravvivenza sana di due anni in media, si ottiene un risparmio di 7 trilioni di dollari. Risorse da investire nella lotta al riscaldamento globale, nella sostenibilità e in altri temi fondamentali. Abbiamo prolungato la sopravvivenza non sana, che costa molto. È ora di investire sulla sopravvivenza sana.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.