Stress e incertezza, la nuova quotidianità in campus con il Covid-19: «Contro l’ansia rispettare le regole e dosare impegno e riposo»
Dubbi e timore, fatica e regole da rispettare, stress e senso di ansia. Il nuovo modo di vivere la quotidianità trasformata dall’emergenza sanitaria legata alla diffusione del virus Sars-Cov-2 riguarda tutti. Anche la vita del campus è cambiata per studenti, docenti e personale al rientro dopo il lungo periodo di lockdown e lezioni a distanza.
«Lo stress da rientro in aula è da mettere in conto in una fase di grande incertezza», spiega il Professor Giampaolo Perna, docente di Psichiatria di Humanitas University. «Il campus ha la caratteristica di favorire il contatto umano. In questa epoca storica, però, viviamo tutti una maggiore diffidenza che ostacola quel senso di familiarità e appartenenza. Stare in un luogo chiuso per tutto il giorno, in questo momento, può creare disagio».
Studenti, professori e personale stanno affrontando il rientro in presenza. Con quali difficoltà?
L’incertezza e l’impossibilità di prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi provocano un senso precarietà e ansia che tocca tutti, e quindi anche chi rientra in campus. Dobbiamo mettere in conto che un po’ di paura accompagni la vita di studenti, insegnanti e personale amministrativo.
Quali sono le conseguenze nella quotidianità degli studenti?
Paura e disagio sicuramente interferiscono con l’attenzione. Se uno studente è distratto dall’ambiente, dalla necessità di valutare la propria sicurezza, la sua attenzione cala. La conseguenza è una fatica molto maggiore dovuta alla tensione. Il secondo rischio è non riuscire a cogliere bene i concetti spiegati, ne consegue un’interferenza sulla trasmissione del sapere.
Cosa cambia per i docenti e nello svolgimento delle lezioni?
Il passaggio dalle lezioni in videoconferenza a quelle dal vivo da un lato aumenta il senso di contatto e relazione, dall’altro può provocare disagio. Portare la mascherina può falsare la comunicazione, che è fatta anche di sguardi e gesti. Il docente può percepire un maggiore senso di fatica.
Quali sono i rischi per la salute mentale a medio e lungo termine?
Quello che oggi stiamo affrontando è un innalzamento prolungato dei livelli di stress. A lungo termine questo può portare a un aumento di vari disturbi sul versante ansioso e dell’umore. Uno studio di Hunimed sulla popolazione generale dimostra che il disagio sulla salute mentale è aumentato durante la pandemia. Al momento è in corso la seconda fase, è possibile partecipare all’indagine rispondendo al questionario online.
Cosa si può fare per ridurre lo stress ed evitare malessere e disagio?
La prima strategia è ridurre il rischio creando coscienza e rispettando le regole. Se qualcuno non porta la mascherina o si comporta in modo irresponsabile, si crea timore e mancanza di sfiducia. Per questo bisogna rispettare le norme con attenzione, in modo da aumentare il livello di comfort. Un’altra buona strategia per rompere la tensione è fare più pause, anche brevi, tra una lezione e l’altra. Fare movimento fisico, passeggiare all’aperto per qualche minuto. In questo senso gli ampi spazi esterni del campus aiutano.
È necessario organizzare in modo diverso le giornate e il lavoro?
Non bisogna permettere allo stress di colpirci con continuità, perché questo riduce la capacità di resistenza del corpo umano e della mente. Dobbiamo dosare con pazienza anche le fasi di riposo e di svago. Studiare e lavorare senza sosta in questa fase può essere dannoso. Ricordiamoci che stiamo correndo una maratona, che durerà diversi mesi: ogni tanto bisogna rallentare e gestire bene le energie. Siamo tutti in allerta, la mancanza di adeguate fasi di recupero può sfiancare le persone.