Ricerca scientifica, nuove sfide e competizione europea
Il punto di vista di Humanitas University nel libro bianco di Assolombarda ‘Il valore dell’Europa’.
In vista dell’importante appuntamento con le elezioni europee del 26 giugno, Assolombarda ha realizzato, con il coinvolgimento dei rettori delle otto università milanesi e di quella di Pavia, il libro bianco ‘Il valore dell’Europa’. Uno spunto di riflessione, soprattutto per i giovani, su ciò che l’Europa oggi rappresenta nel mondo globale, e ciò che è possibile fare perché essa cambi in meglio.
All’interno del libro, un capitolo è dedicato alle sfide della ricerca scientifica quale anima del cambiamento in una società in rapida e continua evoluzione. E’ firmato dal professor Marco Montorsi, Rettore Humanitas University, dal professor Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University e dal professor Arturo Chiti, Responsabile Medicina Nucleare di Humanitas e docente di Humanitas University.
Coniugare innovazione e umanizzazione
Il mondo della scienza e della medicina sta vivendo oggi una profonda rivoluzione si dice nel capitolo di Humanitas University. Big data per ricerca e medicina personalizzata, intelligenza artificiale per diagnosticare velocemente una patologia sono solo alcuni degli esempi che testimoniano i grandi cambiamenti in atto nel modo di fare ricerca, che impatteranno sempre di più sulla pratica clinica e sulla formazione dei futuri medici che vanno preparati per imparare a governare le nuove tecnologie nella medicina. La chiave di volta sarà coniugare innovazione e umanizzazione, trovando una sintesi tra l’uso delle nuove tecnologie e la cross-contaminazione delle competenze, formando professionisti in grado di lavorare nel mondo.
La partita della ricerca si gioca in una dimensione sovranazionale. Diventa pertanto indispensabile crescere in un ambiente internazionale che favorisca gli scambi culturali e un confronto continuo.
In questo percorso, i giovani hanno un ruolo fondamentale. Sono proprio loro, infatti, che innestano quel processo di innovazione di pensiero che dà origine ai cambiamenti e apre la strada alle nuove conoscenze.
In Italia, nonostante la scarsità degli investimenti pubblici, nel settore ricerca e sviluppo, la produttività scientifica è eccellente. E’ sufficiente pensare che la Lombardia con il 17% della popolazione nazionale, attiva il 21% della ricerca e sviluppo, produce il 27% delle pubblicazioni scientifiche più altamente citate, registrando il 33% dei brevetti e concentrando il 29% degli occupati nei settori produttivi a media ed alta tecnologia.
Le Istituzioni che si occupano di ricerca hanno una terza missione, che si affianca alla ricerca scientifica e all’insegnamento: il trasferimento della cultura scientifica alla società e, più in particolare, dell’innovazione attraverso il trasferimento tecnologico.
Trovare delle forme di sostegno di questo trasferimento è fondamentale considerando il contributo che potrebbe portare alla crescita del territorio e, soprattutto, alla sua partecipazione ai processi di sviluppo della ricerca scientifica.
Quali sono le prospettive per lo sviluppo della ricerca nel contesto europeo?
L’internazionalizzazione degli atenei e l’integrazione nel processo produttivo dei migliori studenti stranieri che si formano in Lombardia sono i primi punti che secondo Humanitas University dovrebbero essere presi in considerazione quali possibili strade per lo sviluppo dell’attività di ricerca, nel più ampio contesto europeo.
A questi seguono l’aumento delle risorse finanziarie a disposizione delle Università, la creazione di programmi volti a facilitare la collaborazione fra Università e impresa.
Infine, rendere disponibili, per le Università e le imprese, infrastrutture per la comunicazione e la condivisione virtuale delle tecnologie e del sapere.
Secondo Humanitas University, in assenza di un aumento di risorse destinate alla ricerca, sarebbe essenziale rimuovere una serie di limitazioni, per facilitare chi è impegnato nella sviluppo e nella promozione della ricerca, e sostenere la produttività del sistema.
Incentivare, ad esempio, la partecipazione alle applicazioni per accedere ai bandi di finanziamento europei ed armonizzare la partecipazione e la gestione dei bandi nazionali e regionali agli standard europei.
Seguire il modello vincente portato avanti dalle charities, cioè di quelle organizzazioni che ogni anno, sulla base di un sistema di valutazione internazionale, mettono a disposizione dei ricercatori bandi e finanziamenti per i ricercatori di tutto il mondo.
Attrarre e mantenere i migliori ricercatori europei nelle Università e nei centri di ricerca italiani, supportando chi compete e coordina progetti europei. Sono solamente alcune delle azioni che le Università ed i centri di ricerca dovrebbero attuare al fine di elevare gli standard attuali in termini di capacità di ricerca e competitività nel contesto internazionale.