Percorsi chirurgici diagnostico terapeutici assistenziali in regime di day surgery
Il 15 e 16 febbraio 2019, presso il Simulation Center – Nuovo Campus Humanitas University, Via Rita Levi Montalcini, 4 – Pieve Emanuele (MI), si è svolto un corso di alta informazione multidisciplinare, rivolto a medici specialisti in chirurgia, in anestesia e a infermieri, sul tema “Percorsi chirurgici diagnostico terapeutici assistenziali in regime di day surgery. Requisiti minimi e criteri di buona pratica clinica”.
Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa, abbiamo intervistato il Direttore del corso, la dottoressa Roberta Monzani, Responsabile Day Hospital Chirurgico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Research Hospital, Rozzano (MI).
Dottoressa, com’è nata l’idea di questo corso?
“L’idea di simulare dei percorsi per condividere requisiti organizzativi, clinici e tecnologici è nata dalla necessità di raggiungere standard qualitativi elevati e sicuri e riproducibili su tutto il territorio nazionale, superando le differenze che esistono all’interno delle strutture sanitarie regionali, in modo tale che i pazienti siano gestiti tutti nello stesso modo”, spiega la dottoressa.
Per la prima volta, quindi, “si è adottata una modalità formativa innovativa, in quanto è stato utilizzato un centro di simulazione non per simulare un determinato aspetto tecnico, ma un iter diagnostico-terapeutico-assistenziale multidisciplinare, partendo da una struttura dal target medio-alto, come Humanitas, ma che potesse essere valido anche per gli altri ospedali più piccoli”, precisa l’esperta.
Era importante contestualizzare gli aspetti organizzativi nella quotidianità di un’attività lavorativa per poter valutare le tempistiche richieste dai vari passaggi (come il riconoscimento del paziente, le indicazioni all’intervento chirurgico, banalmente il posizionamento del soggetto ecc.), simulando anche il contesto fisico col quale tutte le realtà devono misurarsi.
Qual è stata la finalità?
“Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di individuare dei requisiti minimi che è possibile garantire nella pratica clinica”, risponde la dottoressa.
Per fare un esempio, la check-list di sicurezza ministeriale in Humanitas è informatizzata, ma essa viene comunque assicurata, sempre e comunque, anche se è eseguita manualmente con il sistema cartaceo.
Quali patologie sono state oggetto dei percorsi chirurgici di simulazione?
Abbiamo scelto le tre patologie di Chirurgia Generale maggiormente rappresentate e trattate in quasi tutti i nostri centri ospedalieri in regime di Day Surgery:
- Colecistectomia laparoscopica
- Ernioplastica inguinale in anestesia locale (che è l’approccio ideale per questo tipo di patologia), riconosciuta “gold standard di gestione”
- Chirurgia mammaria minore (in Humanitas, diversamente dagli altri ospedali, esiste un’Unità di Senologia staccata dalla Chirurgia Generale)
Com’è stato strutturato ogni percorso?
“Innanzitutto – riferisce la dottoressa – i percorsi di simulazione si sono svolti in contemporanea in tre aule e sono stati replicati nella seconda giornata, per consentire a ciascun partecipante di assistere, a sua scelta, a due percorsi su tre”.
Per ogni percorso sono state prese in considerazione quattro fasi:
- Prericovero, che è la fase di ambulatorio, programmata almeno una settimana prima dell’intervento (dati del paziente, diagnosi intervento proposto, anamnesi);
- Accettazione (accettazione del paziente, check-list di sicurezza, preparazione, monitoraggio, eventuale somministrazione preanestesia, antibiotico di profilassi);
- Intervento Chirurgico (posizionamento del paziente, tipo di monitoraggio, apparecchiature e materiale, come deve essere preparata la sala operatoria);
- Recovery Room (accoglienza del paziente dalla sala operatoria, monitoraggio dei parametri vitali, dolore, nausea e/o vomito, applicazione del protocollo previsto per la patologia).
Nella fase del prericovero vengono effettuati degli esami particolari?
Nell’ambito del prericovero si effettuano solo la raccolta anamnestica accurata e un valido esame obiettivo, in quanto, trattandosi di una Chirurgia elettiva e non d’urgenza, non di una chirurgia salva vita, non siamo noi a farci carico delle patologie associate. “Se durante il colloquio dovessero emergerne, si interrompe il prericovero, il paziente esce dalla lista di attesa, si sottopone agli approfondimenti del caso per stabilire se possa essere idoneo all’intervento, quindi ritorna alla nostra osservazione”, conclude la dottoressa Monzani.