Maurizio Cecconi: per Jama uno dei tre “eroi della pandemia”
Il professor Maurizio Cecconi, docente di Humanitas University, Resposanbile Anestesia e Terapie intensive in Humanitas è stato riconosciuto da Jama (Journal of the American Medical Association), una delle riviste mediche più importanti al mondo, uno dei tre “Eroi della pandemia” insieme all’oculista di Wuhan Li Wenliang, morto di coronavirus dopo averne denunciato la gravità, e Anthony Fauci, esperto infettivologo americano.
Fondamentale è stato il suo impegno nella diffusione delle informazioni sulla pandemia Coronavirus, al fine di limitarne il più possibile il contagio: per primo ha raccontato al mondo la drammatica situazione che stava vivendo la Lombardia a causa del Covid-19, organizzando numerose videoconferenze con migliaia di colleghi in tutto il mondo, anche da paesi in via di sviluppo, per condividere notizie sull’emergenza e prepararli a ciò che stava accadendo. Il 21 febbraio ha segnato l’inizio dell’impegno nella comunicazione da parte del Professor Cecconi: il 5 marzo insieme ad Antonio Pesenti e Giacomo Grasselli del Policlinco ha inviato una lettera tramite la Società Europea di Medicina Intensiva: “È una cosa seria. Preparate quanti più letti d’ospedale possibile. ”
Ora più che mai emerge l’importanza di condividere il sapere e di avere una preparazione che consenta di affrontare al meglio qualunque emergenza, in qualunque parte del mondo.
“Grazie a Jama per questo riconoscimento, che voglio condividere con tutta la comunità medica e scientifica non solo della Lombardia ma dell’Italia intera. Ricordate: non appena diventate uno studente di medicina per diventare poi un professionista, entrate a far parte di questa stessa comunità. Non siamo eroi ma so che abbiamo lavorato insieme con impegno e passione e condiviso ogni dato, informazione o evidenza in nostro possesso. Siamo felici se questo nostro sforzo ha potuto aiutare gli altri Paesi a prepararsi al meglio” commenta il prof. Cecconi.
L’orgoglio per quanto si è fatto e si sta facendo
In quello che definisce uno “tsunami” che ha travolto tutti gli operatori sanitari, Cecconi tiene a sottolineare gli aspetti positivi: “Abbiamo dato un letto a chiunque ne avesse bisogno. Abbiamo imparato a sorridere con gli occhi: le bardature ci lasciano liberi solo quelli. Abbiamo stretto la mano a tutti i pazienti che non ce l’hanno fatta, senza lasciarli mai soli. Medici, infermieri e staff dell’ospedale, abbiamo dimostrato un’unione incredibile. La parola eroe non mi piace, ma quella orgoglio sì. E di quel che stiamo facendo sono orgoglioso, quando torno a casa sfinito”.