Massimo Cacciari e Alberto Cairo: la sfida di una medicina multiculturale
In Italia e più in generale in Europa stiamo assistendo a forti cambiamenti culturali legati alla presenza, sempre più numerosa, di persone provenienti da contesti socio-culturali molto diversi.
Medici e operatori sanitari si trovano quindi a operare nel rispetto di tradizioni, stili di vita, convinzioni religiose e abitudini alimentari talvolta molto distanti dalle nostre, tanto da mettere in discussione i canoni occidentali dell’assistenza e della cura dei pazienti.Questi cambiamenti rappresentano sfide e domande per i medici e i professionisti sanitari. È chi ospita a dover cambiare il proprio modello di assistenza, oppure chi arriva in un Paese straniero a doversi adattare? E quali sono i riflessi sulla formazione universitaria dei futuri professionisti della Medicina?
Durante l’incontro “La sfida di una medicina multiculturale” presso Humanitas University Massimo Cacciari, filosofo e docente universitario, e Alberto Cairo, fisioterapista, dal 1989 delegato del comitato internazionale della Croce Rossa in Afghanistan, hanno affrontato il tema sotto molteplici aspetti.
Gli studenti, per il Professor Cacciari, devono riconoscere che essere medico è qualcosa di più che una semplice professione. Il medico è al servizio delle persone. Egli offre infatti un servizio che deve sapersi adattare ad una società multiculturale in continua evoluzione. Deve sapersi aggiornare e modificare rispetto ai modelli di medicina tradizionale.
Il professor Cacciari poi continua: “…La professione medica sempre di più dovrà avere una dimensione culturale, dovrà essere attenta a problemi di ordine culturale, direi antropologico, non potrà essere semplicemente un medico tecnico, uno specialista tecnico, la dimensione tecnica dovrà essere propriamente integrata ad una dimensione di servizio alla persona…”.
Alberto Cairo ha invece sottolineato come l’interazione fra pazienti provenienti da culture diverse e professionisti sanitari possa creare delle barriere difficilmente superabili. Occorre, da parte dei medici e dei professionisti sanitari, fare uno sforzo per riuscire a superare queste barriere accettando senza paura la diversità e cercando di approfondire con buon senso e razionalità le reali esigenze del paziente.