L’importanza della simulazione come metodo di apprendimento
In scena alcuni studenti in Medicina che si sono allenati sulla prima “robot-paziente”, illustrando patologie e simulazioni di interventi che riguardano la sfera femminile.
È quanto avvenuto il 15 settembre scorso alla Triennale di Milano in occasione della sesta edizione de “Il tempo delle donne”, la festa-festival del Corriere della Sera, caratterizzata da incontri, momenti accademici, ospiti, musica e performance, per mettere in evidenza la specificità della salute femminile.
La partecipazione dell’IRCCS Humanitas e di Humanitas University
Durante l’evento sono state illustrate le nuove frontiere della Medicina di genere anche da parte di autorevoli professionisti che operano in Humanitas, quali Stefania Brusa, anestesista presso l’IRCCS, Maurizio Cecconi, direttore Anestesia e Terapia intensiva all’IRCCS e docente di Humanitas University, Carlo Francesco Selmi, responsabile di Reumatologia e Immunologia clinica presso l’IRCCS.
La simulazione di Humanitas University
In occasione della manifestazione “Il tempo delle donne”, Humanitas University ha presentato una simulazione di un caso clinico dal titolo “Crisi ipertensiva in una donna in gravidanza”, organizzato dalla dottoressa Brusa in collaborazione con il professor Cecconi.
Tra i partecipanti vi erano anche tre studentesse del sesto anno di Medicina di Humanitas University, Caterina, Elisa e Arianna.
Le tre ragazze hanno accolto con entusiasmo la proposta della dottoressa Brusa di partecipare attivamente alla simulazione di un caso clinico, ritenendolo molto utile come strumento di apprendimento e di crescita umana e professionale.
La testimonianza delle studentesse
Le ragazze non sono state delle mere spettatrici della simulazione ma hanno offerto un contributo personale e concreto alla realizzazione del progetto, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto comunicativo e della trasmissione delle emozioni.
“Ritengo che la simulazione, di cui ho già fatto esperienza durante il mio percorso di studi, rappresenti un vero e proprio metodo di apprendimento sia dal punto di vista tecnico sia emotivo”, afferma Caterina. E aggiunge: “Essa ti insegna a saper gestire la tensione e a comunicare con le persone a cui devi fare riferimento quando, nella realtà ospedaliera, ti trovi a dover affrontare una situazione critica, come un’urgenza, o sei sotto pressione, perché devi prendere velocemente delle decisioni”.
Per Elisa, invece, l’esperienza è arrivata nel momento giusto, essendo coincisa con l’inizio del suo tirocinio in Ginecologia e Ostetricia. “L’aspetto che più mi ha coinvolto e formato è stato quello di imparare a sviluppare un lavoro di gruppo e un metodo di comunicazione efficace nei confronti dei colleghi e del paziente. Ho capito l’importanza di saper lavorare in squadra, di riuscire a dividersi i ruoli in modo collaborativo e di svolgere al meglio le proprie funzioni per aiutare il collega che ha in carico il paziente”, riferisce Elisa.
Elisa, infine, ha voluto porre l’accento sull’importanza dell’evento per la gente comune: “la simulazione è stata un’occasione importante anche per fare formazione ai non addetti ai lavori, ossia per divulgare l’esistenza di una patologia frequente in gravidanza come l’ipertensione”.