L’esperienza di due giovani neurochirurghi nel programma di formazione globale in Humanitas
Il dottor Hendrikus MB Bolly dell’Università Padjadjaran in Indonesia e il dottor Ali Dolachee del Neurosurgical Teaching Hospital di Baghdad (Iraq) sono due giovani neurochirurghi provenienti da Paesi in via di sviluppo che hanno partecipato al programma di formazione sul campo promosso dalla Federazione Mondiale delle Società Neurochirurgiche, guidata dal professor Franco Servadei, neurochirurgo di Humanitas e docente in Humanitas University.
Il ruolo di Humanitas nella formazione globale
Grazie all’esperienza della sua équipe, con oltre 2500 interventi chirurgici l’anno, e alle attrezzature altamente tecnologiche di cui dispone (fra le migliori in Europa), è entrata a far parte della rete internazionale di formazione della World Federation of Neurosurgical Societies (WFNS), la fondazione nata con l’obiettivo di superare le disparità di conoscenze in ambito neurochirurgico tra i diversi Paesi del mondo.
“Humanitas è centro di riferimento WFNS: da due anni ospitiamo, per un mese, giovani neurochirurghi provenienti dai Paesi in via di sviluppo nel Reparto di Neurochirurgia diretto dal dottor Fornari e offriamo loro l’occasione di stare al nostro fianco, assistere a interventi chirurgici anche complessi, avere accesso alle più avanzate tecnologie e confrontarsi con noi sui casi clinici e sulle procedure migliori da adottare”, ha spiegato il professor Servadei.
La testimonianza del dottor Hendrikus MB Bolly
L’esperienza diretta in Humanitas
“Durante il mese di formazione in Humanitas University e Humanitas Research Hospital – ha spiegato Bolly – ho concentrato gli studi e le ricerche su casi di chirurgia spinale e, in particolare, sull’uso della tecnologia di neuronavigazione”.
“Mentre in Humanitas – ha proseguito il neurochirurgo indonesiano – durante l’esecuzione di operazioni di chirurgia spinale viene utilizzata in sala operatoria la O-arm, una tecnologia avanzata e molto sofisticata, che possiede un’alta qualità di immagini e consente di simulare l’atto chirurgico poco prima che venga effettuato, permettendo così di verificarne la corretta impostazione e aumentarne la precisione, in Indonesia si ha a disposizione la C-arm, che è molto più arretrata”.
“Inoltre – ha precisato Bolly – in Humanitas vengono combinati i risultati di O-arm con quelli della neuronavigazione preoperatoria; in questo modo si ottengono esiti più sicuri, con una riduzione delle complicanze e anche delle radiazioni per il paziente”.
“Una seconda cosa che ho seguito – ha aggiunto il neurochirurgo – è stata la chirurgia complessa della colonna vertebrale: è una procedura difficile, troppo complicata per gli strumenti che attualmente abbiamo in Indonesia. Qui in Humanitas, invece, il dottor Fornari e il dottor Costa possiedono un’esperienza eccellente e mi hanno mostrato la loro tecnica: essi hanno la capacità di utilizzare ogni singolo strumento, gestire complesse procedure e decidere quella migliore per ogni singolo paziente”.
“Ho avuto anche la possibilità di assistere all’intervento chirurgico con paziente “sveglio”, molto raro nel mio Paese, che richiede una procedura molto complicata (non tutti sono in grado di effettuarla) e diversi criteri per decidere chi può essere sottoposto a questo tipo di operazione”, ha precisato Bolly.
Bilancio della formazione in Humanitas
Il dottor Bolly sottolinea come Humanitas si distingua per la sua qualità ed eccellenza nel campo neurochirurgico, come testimoniano i risultati ottenuti sia in ambito clinico sia della ricerca.
“Humanitas è un’istituzione all’avanguardia”, ha affermato il neurochirurgo. “Sono venuto qui per scoprire alcune tecnologie e operazioni avanzate e ho imparato tanto. Anche in Indonesia abbiamo alcuni strumenti avanzati, ma disponiamo di poca conoscenza di tutte le possibili operazioni che con essi si possono fare. Per me è stato molto importante venire qui: ho incontrato specialisti eccellenti che mi hanno guidato e insegnato così tanto che, al ritorno nel mio Paese, spero di poter applicare alcune modifiche al modo con cui vengono attualmente eseguite le operazioni”.
“Dopo questa esperienza – ha concluso Bolly – ho in programma per il futuro alcuni nuovi progetti di ricerca relativi alla chirurgia cerebrale e spinale. Il professor Servadei ed io abbiamo discusso dell’applicazione pratica di queste ricerche. Ho davvero apprezzato il fatto che egli abbia condiviso con me la sua esperienza e mi abbia mostrato alcune delle sue pubblicazioni. Trarrò sicuramente ispirazione da lì”.
La testimonianza del dottor Ali Dolachee
L’esperienza in Humanitas
“La mia esperienza in Humanitas è stata veramente utile per accrescere le mie conoscenze e il livello delle mie capacità in ambito neurochirurgico”, ha affermato Dolachee. “Ho migliorato le mie capacità nell’affrontare i casi chirurgici, specialmente quelli riguardanti il midollo spinale, e nel campo della chirurgia complessa, della neuroendoscopia e della chirurgia del basicranio”. Humanitas è un centro di ricerca altamente sviluppato e utilizza avanzati strumenti operativi e di guida.
“Tornerò quindi nel mio Paese e condividerò questa esperienza con tutti i miei colleghi”.
Ha poi aggiunto il giovane neurochirurgo: “Con voi e con i vostri esperti, in particolare il professor Servadei e il dottor Tomei, ho condiviso alcune delle mie esperienze, soprattutto nell’ambito dei traumi cranici, di cui in Iraq abbiamo molti casi”. “Ho anche appreso molto, nel campo della chirurgia complessa e spinale, dal dottor Maurizio Fornari e in quello della neuroendoscopia dal dottor Giovanni Battista Lasio”.
Infine, il dottor Dolachee ha sottolineato l’importanza delle numerose pubblicazioni di Humanitas, che hanno un alto valore scientifico e di cui si avrebbe bisogno anche in Iraq per aggiornare i medici e per poter acquisire le innovative tecniche chirurgiche.