Intervista ai primi laureati di Humanitas University
Alba Coraini e Alberto Molteni sono due dei primi laureati del Corso internazionale di Medicina di Humanitas University, proclamati Dottori insieme a Shadya Darwish, Giulia Mulazzani, Alessandro Torre, Lorenzo Solimeno e Giulia Signorelli il 20 luglio scorso.
Ecco cosa hanno detto ai microfoni de “Il Giorno”, quotidiano di Milano.
Cosa vi ha spinto a scegliere medicina?
“Prima di tutto la passione e il desiderio di conoscere una materia così affascinante, in continua evoluzione” – dichiara Alba. “Guardando al futuro, l’idea di poter aiutare e allo stesso tempo ricevere soddisfazione nell’aiutare gli altri, ma anche il pensiero di poter affrontare dei misteri, risolvere dei casi” – aggiunge Alberto.
Siete stati dei pionieri di questo nuovo modo di studiare medicina. Come è stato?
Per Alba “è un privilegio essere stata parte di Humanitas, essere entrata in questo nuovo percorso formativo di eccellente qualità, a contatto con professori riconosciuti anche a livello internazionale. Sono stata sorpresa e onorata di veder crescere questa nuova realtà così rapidamente.”
“Ho scelto questo corso a scatola chiusa” – afferma Alberto – “si trattava di una vera e propria sfida, una strada mai battuta, che prometteva però di portarmi lontano. Ho incontrato un mondo nuovo che negli anni mi è piaciuto sempre di più.”
E dopo la laurea?
“La laurea è solo un nuovo inizio, sono tantissime le possibilità che si prospettano per il futuro” dichiara Alberto. Ad esempio, Alba vorrebbe “continuare il percorso oltreoceano, fare la specialità negli Stati Uniti. La mia scelta si è basata sul fatto che l’impostazione della formazione che abbiamo ricevuto è stata internazionale. Questo ci ha aperto le porte alla possibilità di specializzarci e anche lavorare all’estero.”
Un consiglio per chi deve cominciare?
“6 anni volano, se ti appassioni. Perciò il mio consiglio” – dice Alberto – “è di non farsi spaventare dalla lunghezza e dalla difficoltà del percorso. Vi darà tantissimo e non vi accorgerete del tempo che passa.”
Una battuta sul nuovo Campus di Humanitas University.
Secondo Alberto “E’ una bellissima idea, molto utile per gli studenti, anzitutto perché facilita il processo di integrazione degli studenti tra loro, in particolare per chi arriva da un altro paese, che in questo modo sarà vicino a tanti altri nelle stesse condizioni. Inoltre vivere nel campus permetterà di avere orari molto più flessibili, non legati ai mezzi di trasporto. Un aspetto non trascurabile, soprattutto negli anni in cui si frequentano i reparti.”
“In Humanitas ci sono studenti che provengono da qualsiasi parte del mondo – Cina, Israele, Inghilterra, India. E’ straordinario pensare che nel Campus si potrà creare una comunità internazionale sempre più grande, quasi una nuova famiglia.” – esclama Alba.
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