Intervento della studentessa Bianca Fidato durante l’inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2023/2024


“Sono Bianca Fidato, studentessa del terzo anno del corso di studi in Infermieristica di Humanitas University. Desidero ringraziare, anche a nome delle mie compagne e compagni di corso, per l’opportunità di portare la mia testimonianza in questa importante occasione. Ringrazio il presidente, dottor Rocca, il Rettore, professor Terracciano, il professor Rubin, i docenti, gli studenti, tutte le autorità presenti.

La professione che ho scelto è caratterizzata da un insieme di conoscenze scientifiche, tecnologiche e umanistiche per rispondere alle necessità di salute delle persone attraverso un rapporto di fiducia e di relazione. Per questo vorrei condividere con voi la storia di Chiara, un’assistita che ho conosciuto durante una delle esperienze di tirocinio dello scorso anno. Il mio primo e ultimo turno di tirocinio è coinciso con la sua prima giornata post-intervento chirurgico e con la sua dimissione… Questo ha creato tra noi un legame speciale.

Chiara è entrata in ospedale per essere sottoposta ad un intervento di laringectomia totale per un carcinoma, con rimozione delle corde vocali. Sono entrata in camera sua dopo l’intervento, con il compito di rinnovare la medicazione della ferita chirurgica.

Ero un po’ emozionata essendo la prima volta che mi approcciavo a lei e l’ho guardata con un misto di incertezza e determinazione. Durante questo primo incontro, Chiara ha accolto la mia fragilità e, in quel preciso istante, con i gesti delle sue mani e i movimenti dei suoi occhi, ho avuto la certezza che sarebbe andato tutto bene. La sua incapacità di parlare è diventata il nostro mezzo di comunicazione, e ho imparato a decifrare il suo linguaggio non verbale come se lo avessi sempre conosciuto.

Nelle settimane successive, ho imparato a comprendere ogni sottile sfumatura del suo modo di comunicare, e questo mi ha consentito di garantire nel migliore dei modi le cure previste, trasformando il nostro rapporto professionale anche in un legame umano profondo.

Lo scorso settembre, ho saputo che Chiara era stata ricoverata nuovamente per recidive della malattia. Nonostante non fossi più nel suo reparto, sono andata a trovarla. Anche in quell’occasione, senza l’uso delle parole, mi ha dimostrato grande affetto e tutta la felicità che provava nel rivedermi. Quella è stata l’ultima occasione in cui ci siamo viste, perché purtroppo Chiara, poco dopo, ci ha lasciato.

Se oggi racconto la sua storia, è per rendere omaggio a una persona che ha influenzato il mio percorso professionale e umano, e perché la relazione con lei descrive bene, secondo me, la ricchezza e l’importanza del ruolo di noi infermieri. La nostra è una professione in cui la competenza scientifica, sempre più avanzata, comprende e richiede anche la competenza relazionale. Siamo i professionisti sanitari più vicini al letto dell’assistito, e ci è richiesto di concepire l’assistenza infermieristica in tutte le sfumature di ogni persona rispettandone volontà e dignità.

Infatti, in Humanitas University ho avuto l’opportunità di prendere parte a un progetto di ricerca denominato FOC, Fundamentals of Care, in cui la relazione viene posta al centro come elemento indispensabile per un’assistenza infermieristica efficace, in una prospettiva focalizzata sull’assistito. La relazione, dunque, non è un “di più”, o qualcosa di alternativo alla competenza professionale, ma è precisamente parte di questa competenza, e il programma di ricerca ha permesso di dimostrarlo attraverso evidenza scientifiche. Il ruolo dell’infermiere sta cambiando, è già cambiato, e sempre di più trova la sua dignità e la sua piena realizzazione in una dinamica interdisciplinare, dove tutti i professionisti della salute collaborano per e con l’assistito.

Nel caso di Chiara, che ho raccontato poco fa, il suo modo unico di comunicare senza parole ha evidenziato quanto sia vitale la nostra capacità di interpretare non solo i dati clinici, ma anche il linguaggio non verbale dei pazienti. Siamo quelli che vedono oltre la malattia, che si adattano alle esigenze specifiche di ogni persona, che trasformano la scienza in cure personalizzate e umane.

Il mio percorso universitario, mi ha permesso di inserirmi anche nella comunità di Humanitas University, come rappresentante del mio Corso di Laurea in commissione paritetica, e di impegnarmi in attività di peer-to-peer mentorship affiancando come tutor alla pari le mie compagne e i miei compagni più giovani.

Questa opportunità di vedere l’università “dall’interno” e di conoscere da vicino persone di diverse età e diverse provenienze mi ha arricchito. potendo contribuire alla crescita e al miglioramento della nostra comunità e di essere un ponte tra gli studenti e l’università, una voce che cerca di garantire che le nostre esigenze, preoccupazioni e proposte siano ascoltate e considerate. Ho scelto di essere parte di questo processo perché credo nell’importanza del dialogo aperto e del confronto costruttivo. Guardando avanti, desidero lasciare agli studenti futuri un messaggio di coinvolgimento attivo e di partecipazione. L’università è una comunità dinamica e ognuno di noi può contribuire al cambiamento e alla crescita della nostra facoltà ma più in generale della nostra professione.

La professione infermieristica è molto più di una carriera; è un modo di vivere dedicato al servizio degli altri. E questo comincia proprio dai nostri pari, e dagli studenti più giovani di noi. Prenderci cura gli uni degli altri, dell’integrazione di chi arriva da altri paesi, o di chi è meno inserito, o attraversa momenti di difficoltà e di cambiamento personale. Contribuire, ciascuna e ciascuno per le sue capacità, a lasciare a chi viene dopo di noi una Humanitas University ancora più accogliente e capace di formare i professionisti di domani.

La laurea in infermieristica non sarà la conclusione, ma l’inizio di un percorso che, anche con la mia intenzione di proseguire con la laurea magistrale in scienze infermieristiche, mi permetterà di acquisire maggiori competenze cliniche, etiche e di ricerca da mettere a disposizione delle persone e del sistema salute, attraverso maggiori responsabilità e capacità da condividere anche con gli altri professionisti.

Le professioni della salute che si formano in questa Università, medicina, MEDTEC, infermieristica, fisioterapia, tecnici di laboratorio e di radiologia, tutte insieme non forniranno solo risposte cliniche, ma rappresentano il mezzo attraverso il quale possiamo continuare a vedere ogni assistito come una persona, con le sue esperienze, i suoi desideri e la sua umanità.

Nel suo silenzio, Chiara ha parlato con forza e determinazione, insegnandoci che dietro ogni diagnosi c’è una storia da ascoltare e una Persona; la quale, ha bisogno non solo di cure, ma di comprensione e assistenza personalizzata. Che la storia di Chiara ci ricordi sempre l’importanza del nostro impegno quotidiano nella scienza e nell’arte di prendersi cura delle persone.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.