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Il futuro della chirurgia: sempre più tecnologica e multidisciplinare


In occasione del Congresso Congiunto delle Società Scientifiche di Chirurgia tenutosi recentemente a Roma, al quale hanno partecipato i più importanti chirurghi italiani e stranieri, il professor Marco Montorsi, “past president” della Società Italiana di Chirurgia (SIC), nonché rettore di Humanitas University e direttore della Chirurgia Generale e Digestiva in Humanitas, ha spiegato come, con il progresso della tecnologia, la professione del chirurgo sia molto cambiata nell’ultimo mezzo secolo.

L’unico aspetto rimasto immutato, però, è l’obiettivo di perseguire sempre il meglio per il paziente.

Abbiamo voluto approfondire l’argomento, rivolgendo al professore alcune domande.

Quali sono le capacità che deve possedere oggigiorno il chirurgo?

Le capacità che i bravi chirurghi hanno da sempre avuto. Oltre a possedere le competenze e le abilità tecniche tradizionali, i chirurghi di oggi devono avere la mente aperta a tutte le tecnologie digitali (dall’Intelligenza Artificiale ai robot) e sapersi integrare con questo mondo, cogliendo tutte le opportunità del progresso.

La tecnologia in sala operatoria annulla la differenza tra chirurghi “fuoriclasse” e chirurghi mediocri?

Anche se si opera con i robot, l’arte del saper usare le mani rimane importante, perché è il chirurgo a guidare la macchina e non viceversa.

Il robot rappresenta un valido aiuto per ridurre la probabilità di fare errori (per esempio a causa del tremore della mano), ma per il resto la differenza tra i chirurghi ci sarà sempre.

Solo chi possiede una predisposizione innata può diventare un chirurgo di rilievo?

Naturalmente, coloro che possiedono capacità innate sono avvantaggiati poiché hanno più facilità ad apprendere le tecniche chirurgiche, ma l’impegno, la volontà e la costanza nell’imparare e migliorarsi sempre di più da parte di chi è meno dotato possono far superare questo limite.

Quali altre doti deve avere un bravo chirurgo?

La capacità di lavorare in team, per esempio. Oggigiorno il chirurgo deve saper interagire con gli altri professionisti, come l’anestesista, l’oncologo, il nutrizionista, lo psicologo ecc., perché la cura di una patologia richiede un lavoro di équipe.

Ritiene giusto selezionare i candidati che vogliono intraprendere gli studi in Medicina?

I test d’ingresso e il numero chiuso non hanno l’obiettivo di discriminare gli studenti; sono fondamentali per garantire la migliore formazione possibile.

Ciò che conta non è avere un infinito numero di medici, ma di professionisti preparati.

Come vengono formati i chirurghi del futuro?

Oggigiorno la metodologia di formazione dei futuri chirurghi è molto diversa rispetto al passato. Attraverso sofisticate telecamere installate in sala operatoria gli studenti possono seguire su uno schermo ogni movimento del chirurgo esperto e, grazie alle nuove tecnologie, essi sono in grado di eseguire simulazioni realistiche di interventi chirurgici.

Oggi è cambiato anche il rapporto tra chirurgo e paziente?

Sicuramente, grazie a Internet i pazienti oggi sono molto più informati e critici rispetto a un tempo. Ma ciò che conta ancora, come nel passato, è il rapporto di fiducia che deve instaurarsi tra il medico e chi si affida alle sue cure.

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.