HPV: come vaccini e ricerca stanno cambiando la storia del virus
Il papillomavirus umano (HPV) è uno dei virus a trasmissione sessuale più diffusi al mondo: si stima che oltre l’80% della popolazione entri in contatto con il virus almeno una volta nella vita. Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica e si risolve spontaneamente grazie all’azione del sistema immunitario. Tuttavia, alcune varianti di HPV – in particolare i ceppi ad alto rischio come il 16 e il 18 – possono persistere nell’organismo e causare lesioni capaci di evolvere in tumori: secondo l’OMS, il papillomavirus è infatti responsabile di quasi la totalità dei tumori della cervice uterina, ma anche una quota crescente di tumori anogenitali e della faringe (tonsille e base della lingua).
La prevenzione gioca un ruolo cruciale nel contrastare questo rischio: la vaccinazione contro l’HPV si è dimostrata altamente efficace nel prevenire le infezioni dai ceppi più pericolosi, riducendo significativamente il rischio di sviluppare lesioni precancerose e tumori, fino al 90%, e potrebbe potenzialmente permetterci di eradicare il tumore della cervice uterina e ridurre sensibilmente in futuro l’incidenza degli altri tumori ad esso collegati.
La prevenzione: il vaccino e lo screening
I vaccini anti-HPV disponibili proteggono dai ceppi virali ad alto rischio e sono raccomandati sia per le ragazze che per i ragazzi. In Italia, la vaccinazione è offerta gratuitamente a partire dagli 11 anni di età fino ai 26.
Nonostante l’efficacia della vaccinazione, fondamentale per entrambi i sessi, non bisogna dimenticarsi dell’importanza dello screening nella popolazione femminile. Il Pap test e l’HPV test consentono di individuare precocemente la presenza del virus ed eventuali lesioni precancerose. Le linee guida raccomandano il Pap test ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 30 anni, e l’HPV test ogni cinque anni per le donne sopra i 30 anni.
“È fondamentale sfatare alcuni miti persistenti sulla vaccinazione HPV: il vaccino è stato ampiamente dimostrato sicuro e ben tollerato e non esistono prove scientifiche che il vaccino incentivi l’inizio precoce dell’attività sessuale. Infine, è importante sottolineare che la vaccinazione non sostituisce lo screening regolare nelle donne, poiché non protegge da tutti i ceppi di HPV,” spiegano Domenica Lorusso e Paolo Bossi – entrambi docenti di Humanitas University e responsabili, rispettivamente, della Ginecologia Oncologica di Humanitas San Pio X e dell’Oncologia dei Tumori Testa-Collo di IRCCS Istituto Clinico Humanitas.
L’impegno della ricerca sui tumori ginecologici
Oltre alla prevenzione, la ricerca svolge un ruolo cruciale nel migliorare i trattamenti per i tumori ginecologici causati dall’HPV. La ricerca italiana in particolare ha avuto un ruolo fondamentale nel progresso del trattamento del tumore della cervice uterina, portando a risultati che stanno cambiando concretamente la vita delle pazienti grazie all’impiego combinato di chemioterapia e immunoterapia.
Per citare un esempio recente, lo studio internazionale KEYNOTE-A18 guidato dalla prof.ssa Lorusso ha dimostrato che l’immunoterapia con pembrolizumab, combinata alla chemioradioterapia, riduce del 33% il rischio di morte nelle pazienti con tumore cervicale localmente avanzato. “Questo risultato rappresenta un significativo passo avanti nella cura di una malattia che, sebbene prevenibile, continua a colpire molte donne”, afferma la specialista. “Resta l’obiettivo a lungo termine dell’eradicazione completa del tumore alla cervice, che come ci ricorda l’OMS è possibile solo grazie all’uso combinato di vaccinazione, screening e accesso a terapie avanzate.”
HPV e tumori testa-collo: serve più consapevolezza
Come già accennato, le infezioni da HPV non sono solo implicate nello sviluppo dei tumori genitali, ma anche dei tumori della testa e del collo, in cui la trasmissione del virus può avvenire durante il sesso orale. Un ulteriore motivo per sottolineare l’importanza della vaccinazione negli uomini. Il papillomavirus è infatti un agente cancerogeno per le neoplasie della faringe (in particolare delle tonsille e base della lingua) e l’infezione rappresenta la causa del 32-36% di questi tumori.
“Anche in questo caso la prevenzione attraverso la vaccinazione anti-HPV rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre l’impatto di queste patologie,” spiega Paolo Bossi. “Grazie alla Ricerca stiamo facendo passi avanti fondamentali nell’identificazione di biomarcatori di diagnosi precoce, anche tramite biopsia liquida, e nello sviluppo di terapie più efficaci – penso alla immunoterapia o a strategie di radioterapia mirata – che stanno migliorando in modo significativo la prognosi e la qualità di vita dei pazienti.”