È sempre più possibile guarire da un linfoma
I linfomi sono tumori maligni del sistema linfatico e che ogni anno nel nostro Paese colpiscono circa 15 mila persone.
Si dividono in due categorie, i linfomi di Hodgkin e i linfomi non Hodgkin (di questi esistono circa 70-80 differenti varianti). Entrambi coinvolgono prevalentemente i linfonodi e il midollo osseo anche se possono coinvolgere anche altri organi.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un fiorire di tecniche altamente innovative per il loro trattamento che fanno ben sperare, visti i notevoli risultati finora ottenuti.
Ne ha parlato il dottor Armando Santoro, direttore del Cancer Center dell’IRCCS Humanitas e professore di Oncologia Medica presso Humanitas University, in occasione di una recentissima intervista pubblicata sul Corriere della Sera.
Oggi esiste una maggiore possibilità di guarigione dai linfomi
La possibilità di guarigione dipende in genere dal tipo istologico: il linfoma di Hodgkin ha una percentuale di guarigione dell’80-90%, il non Hodgkin aggressivo del 60-70%, la forma non aggressiva può essere tenuta sotto controllo anche per più di venti anni.
Le probabilità di sconfiggere molti tipi di linfoma oggi sono notevolmente aumentate grazie alla ricerca che ha fatto passi da gigante, ai nuovi e personalizzati trattamenti, al miglioramento delle tecniche trapiantologiche e ultimamente all’impiego delle CAR-T nei linfomi aggressivi ricaduti..
Che cosa è cambiato nella cura dei linfomi: le prospettive terapeutiche
L’arma più efficace per combattere e sconfiggere i linfomi è rappresentata dalla combinazione di chemioterapia, farmaci biologici e/o immunoterapia.
I nuovi farmaci biologici entrati negli ultimi anni nella pratica clinica, studiati per agire su specifiche alterazioni molecolari, permettono di accrescere l’efficacia dei trattamenti e di ridurne gli effetti collaterali, essendo poco tossici.
L’immunoterapia, affiancata a tali cure, che stimola l’organismo stesso a difendersi dall’attacco delle cellule tumorali, è oggi un’importantissima strategia di lotta contro il cancro, e anche nei linfomi, in particolare il linfoma di Hodgkin, rappresenta una nuova frontiera.
In questo ambito, la maggiore innovazione nel trattamento del linfoma non Hodgkin aggressivo , è rappresentata dalle cellule CAR-T. Si tratta di una “medicina di precisione” , che consiste nel prelevare dal paziente affetto da linfoma aggressivo un particolare gruppo di globuli bianchi (i linfociti T, non più capaci di combattere il tumore), nel modificarli geneticamente per renderli in grado di riconoscere e distruggere in modo mirato le cellule tumorali e, infine, nel reinfoderli nel paziente.
Le nuove terapie a base di cellule CAR-T sono un trattamento fortemente innovativo che permette di aumentare in maniera significativa le possibilità di guarigione in pazienti con linfomi non Hodgkin aggressivi in recidiva o refrattari per i quali fino ad oggi non vi erano reali opzioni di cura.