Come diventare buoni scienziati: i consigli del prof. Mantovani
Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas e Professore di Humanitas University, è il ricercatore italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale.
Lo ha decretato la classifica dei 3600 “Top Italian Scientist” redatta dalla Virtual Italian Academy, che periodicamente valuta gli scienziati italiani più capaci, attraverso il loro lavoro, di contribuire alla ricerca globale.
Il prof. Mantovani ha di recente ottenuto il premio Milstein e scoperto, con il suo team, il ruolo oncosoppressore di PTX3. Nella sua carriera ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti, ma in Italia – ha spiegato a la Repubblica – ha compiuto le sue scoperte più importanti, grazie a “istituzioni dove si può fare ricerca di qualità, e organizzazioni, come AIRC, Fondazione Cariplo, e Telethon, che sostengono la ricerca e l’indipendenza dei giovani scienziati, puntando sul merito”.
Quali sono le regole per diventare buoni scienziati?
“Lavorare sodo, in contesti internazionali e con spirito di squadra, e non dimenticando mai che la salute è un diritto di tutti”, sono alcuni dei suggerimenti dati dal prof. Mantovani ai giovani studenti nella lettera pubblicata sul Corriere della Sera. Eccoli tutti:
- Seguire le proprie passioni: “È un privilegio non da tutti, che va vissuto senza limiti. Significa essere preparati a lavorare tanto, anche nel tempo libero”.
- Vivere in una dimensione internazionale: “Nella scienza i confini nazionali non esistono. È fondamentale abituarsi a studiare, scrivere, confrontarsi in lingua inglese e in un contesto che favorisca gli scambi culturali. Con questi presupposti è nata l’esperienza di Humanitas University”.
- Essere umili e collaborativi: “Senza l’interazione con colleghi di tutto il mondo oltre che con miei tecnici e i tanti giovani che si sono formati nel mio laboratorio, non avrei dato alcun contributo”.
- Raccogliere le sfide: “Non aver paura di mettere in discussione i paradigmi correnti. In Inghilterra sviluppai un progetto mio, diverso. Questo lavoro controcorrente ha posto le basi per il ‘rinascimento’ dell’importanza del legame tra infiammazione e cancro”, segnando positivamente la carriera scientifica del Professore.
- Imparare dai pazienti: “Trasmetti messaggi corretti e non innescare false aspettative. Dare speranza è doveroso, ma la vera speranza consiste nella ricerca medica rigorosa, al di fuori della quale si alimentano solo illusioni.”
- Condividere idee e risultati: “Una delle frontiere della scienza è condividere: idee, dati, risultati, ma anche I mezzi di tutela della salute. Non dimenticare, infatti, che il diritto alla salute è di tutti, anche dei più poveri”.
Nella sua lettera, il Professore conclude augurando agli scienziati di domani di trovare, come accaduto a lui stesso, istituzioni altamente qualificate che li accolgano e lascino fiorire come meritano.