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Colangiocarcinoma: presentato all’EASL Liver Cancer Summit il quadro della patologia


Il 20 febbraio si celebra la Giornata Mondiale del Colangiocarcinoma, occasione che segna l’apertura dei lavori in sessione plenaria dell’EASL Liver Cancer Summit 2025, il principale evento dedicato alla ricerca e al trattamento del cancro al fegato in programma a Parigi dal 20 al 22 febbraio.

Durante l’evento scientifico sono stati presentati due studi originali che esplorano l’evoluzione delle terapie per il colangiocarcinoma e le disuguaglianze nell’accesso alle cure in Europa. I risultati di entrambi gli studi sono stati pubblicati su Lancet Regional Health Europe, accompagnati da un commento firmato dalle associazioni dei pazienti, tra cui anche l’Associazione Pazienti Italiani Colangiocarcinoma.

Lo studio è il risultato di un’importante collaborazione tra ricercatori europei, che ha visto coinvolte in prima persona tre studiose: Lorenza Rimassa – Professoressa Associata di Humanitas University e responsabile Oncologia Epatobiliopancreatica dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas; Chiara Braconi – docente della University of Glasgow e responsabile dello European Network for the Study of Cholangiocarcinoma; e Rocio I.R. Macias – docente della University of Salamanca e responsabile del Precision Medicine in Biliary Tract Cancer Network, gruppo di lavoro all’interno del quale è stata condotta l’attività di ricerca.

Cos’è il colangiocarcinoma

Il colangiocarcinoma è una patologia rara, che rappresenta meno dell’1% di tutte le neoplasie maligne e il 3% di quelle del tratto gastrointestinale. Anche per questo motivo la conoscenza di questo tumore rimane limitata, sia tra i professionisti e le autorità sanitarie sia nella società in generale.

I numeri della malattia sono però in crescita, soprattutto sotto i 60 anni: un significativo onere sociale ed economico. Solo in Italia si contano ogni anno circa 5.400 nuove diagnosi, con una maggiore incidenza nelle regioni del Sud, dove si registra un 20% in più di casi rispetto al Nord.

“Si tratta di una patologia aggressiva, e i casi sono in aumento anche tra i giovani adulti, sebbene non si conosca ancora chiaramente la causa di questo fenomeno, – spiega la prof.ssa Rimassa. – I sintomi sono spesso generici, il che porta a una diagnosi tardiva, con il 70% dei casi individuati in fase avanzata. Un dato importante è che fino al 40% dei pazienti con colangiocarcinoma presenta un’alterazione molecolare che potrebbe essere trattata con terapie mirate, evidenziando così l’importanza dell’accesso alla profilazione molecolare tramite NGS (Next Generation Sequencing). Ad oggi, anche in Italia, sono disponibili nuove opzioni terapeutiche, come l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare, tuttavia il colangiocarcinoma rimane uno dei tumori più complessi da trattare.”

Lo studio sul colangiocarcinoma: tra evoluzione delle terapie e accesso alle cure

Gli studi, ai quali hanno partecipato più di 40 ricercatori europei, evidenziano un preoccupante aumento dell’incidenza e della mortalità dei tumori alle vie biliari negli ultimi due decenni, in particolare per quanto riguarda il colangiocarcinoma intraepatico e il cancro della colecisti.

La ricerca analizza anche l’accesso agli strumenti diagnostici e alle cure multidisciplinari nei diversi Paesi europei, mettendo in luce significative disuguaglianze, soprattutto in quelli con minori risorse economiche. Come concludono i ricercatori, è necessaria una collaborazione internazionale per armonizzare l’accesso alle terapie e ai test molecolari, oltre a migliorare i processi di approvazione delle terapie innovative. Le autorità sanitarie e gli enti governativi devono essere consapevoli delle difficoltà esistenti e impegnarsi a superare le disparità, garantendo a tutti i pazienti l’accesso a trattamenti adeguati.

“Condurre questi studi è stato sfidante ma fondamentale – afferma Lorenza Rimassa. – L’obiettivo è aumentare la conoscenza sul colangiocarcinoma in modo da riuscire a diagnosticare il tumore più precocemente, sottolineare l’importanza di un approccio multidisciplinare esperto alla gestione della malattia e ampliare l’utilizzo dei test molecolari, un passaggio cruciale nel percorso diagnostico-terapeutico di questi tumori. In particolare la tecnologia NGS, per il sequenziamento parallelo di diversi geni, permetterebbe già oggi di identificare la presenza di alterazioni molecolari e sottopopolazioni di pazienti che possono beneficiare di una terapia specifica a bersaglio molecolare. Resta fondamentale sensibilizzare sulla difficoltà di accesso ai farmaci e sulle disparità all’interno dell’Europa e nei singoli Paesi.”

HUMANITAS GROUP

Humanitas è un ospedale ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario. Ha sviluppato la sua organizzazione clinica istituendo centri di eccellenza specializzati per la cura dei tumori, di malattie cardiovascolari, neurologiche e ortopediche – oltre che un centro oculistico e un fertility center.