«Aspire-to-Excellence Award 2021»: il riconoscimento dell’eccellenza nella simulazione in area medica viene conferito alla Medical School
Un premio per aver raggiunto l’eccellenza nella simulazione in ambito medico. Con questa motivazione è stato conferito l’«Aspire-to-Excellence Award 2021» nella categoria «Simulation» al corso di Laurea di Medicina e Chirurgia in lingua inglese di Humanitas University. Promotrice dell’iniziativa è la dottoressa Silvia Oldani, Responsabile dell’Office for Medical Education (OME), che ha presentato la domanda per il premio. Insieme a lei hanno contribuito al riconoscimento alcuni membri dell’Office: la dottoressa Carolina Del Pozo, medico, la dottoressa Licia Montagna, pedagogista, il dottor Valeriano Vinci, medico. Il riconoscimento, inoltre, è stato reso possibile grazie al sostegno e alla collaborazione della Presidente del Corso di Laurea e delegata del Rettore per la didattica, professoressa Isabella Barajon.
«L’obiettivo dell’AMEE ASPIRE AWARD – spiega Oldani – è quello di dare un riconoscimento alle eccellenze in campo medico. Ci sono otto ambiti di applicazione per chi vuole partecipare, noi abbiamo scelto la simulazione. Il nostro programma di attività professionalizzante ha una peculiarità, e cioè essere completamente integrato con i contenuti erogati nel curriculum studi del corso di Laurea in medicina. Le attività, infatti, sono state concepite sulla base del contenuto dei corsi dei diversi semestri e tenendo conto delle progressioni ideali nell’acquisizione delle abilità e delle competenze mediche, il tutto facendo riferimento ai modelli pedagogici della letteratura in medical education. In sostanza, è un percorso che integra le conoscenze di base con la parte clinica: «Possiamo dire che il percorso offerto dalla nostra scuola di medicina è certamente un unicum nel panorama italiano proprio per l’integrazione tra teoria e pratica, tra anni pre-clini e clinici, che viene offerta agli studenti» spiega Barajon.
Foto: Dott.ssa Licia Montagna, Dott. Valeriano Vinci, Dott.ssa Silvia Oldani, Prof.ssa Isabella Barajon – Humanitas University Campus
Il programma professionalizzante del corso di laurea in medicina prevede diversi ambiti di apprendimento. Oltre all’ospedale e a specifiche sessioni di discussione di casi clinici, il percorso offre agli studenti la possibilità di sperimentarsi nella simulazione. Questo grazie al Mario Luzzatto Simulation Center, che con i suoi quasi tremila metri quadrati di spazi, offre tutte le facility che permettono di realizzare questo tipo di attività.
Il corso dura sei anni e ogni anno accademico prevede diversi livelli di apprendimento per lo sviluppo delle competenze professionalizzanti degli studenti. «Nel primo e secondo anno gli studenti imparano le basi dell’esame obiettivo in correlazione ai corsi di Body Architecture e Body at Work (anatomia e fisiologia). Dal terzo anno, comincia l’attività clinica propriamente detta, quindi gli studenti imparano, a livelli di complessità sempre crescente, a raccogliere le anamnesi dei pazienti, a fare l’esame obiettivo fino allo sviluppo del ragionamento clinico. Se il terzo ed il quarto anno sono anche cruciali per eseguire le skill procedurali, il quinto anno permette agli studenti di misurarsi con il ragionamento clinico e il team working utilizzando la simulazione ad alta fedeltà esattamente come in una situazione reale», spiega Oldani.
La simulazione diventa, dunque, fondamentale proprio perché in un’ottica di sicurezza del paziente, permette agli studenti di avere un approccio metodologico in un ambiente protetto dove si ricevono feedback puntuali per l’apprendimento della gestione della complessità clinica In questo contesto, un contributo essenziale alla realizzazione di questo progetto è dato senza dubbio dalla presenza di un’ampia e formata «open Faculty» di medici dell’ospedale, che collaborano nel corso di Laurea. «Solo grazie a questa stretta collaborazione è possibile raggiungere tutte le competenze previste dal nostro percorso», conclude Oldani.