Esprimere competenze cliniche, relazionali ed educative per garantire elevati livelli di assistenza. Promuovere la salute della persona, aiutandola a raggiungere gli obiettivi di cura ed a mantenere l’autonomia. Essere infermiere è questo e molto altro.
Struttura del Programma
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Le modalità formative e gli ambiti lavorativi
Le modalità formative privilegiano metodologie d’insegnamento innovative e coinvolgenti anche attraverso una tutorship esercitata da una rete di professionisti e di docenti esperti. Particolare attenzione è posta all’esperienza clinica con specifici programmi rivisitati sulla base di risultati di qualità dell’apprendimento.
L’infermiere può svolgere l’attività in strutture sanitarie, pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero professionale sia in Italia che nei Paesi dell’Unione Europea o in altri Paesi in cui sia riconosciuta l’equipollenza del titolo: scopri di più in compagnia degli infermieri di Humanitas!
L’impegno umano e professionale
Un infermiere s’impegna ad aggiornarsi costantemente per assicurare un’assistenza appropriata e di qualità, a rispettare la dignità, i diritti fondamentali dell’uomo ed a sostenere chi è vicino alla persona assistita, coinvolgendolo nel percorso assistenziale durante tutte le fasi evolutive di malattia.
L’infermiere nelle aree critiche
- L’infermiere in pronto soccorso
Sonia ci racconta cosa vuol dire essere infermiera in pronto soccorso, cuore pulsante di un ospedale: rispondere ai tanti bisogni di un paziente critico ed in continua evoluzione con prontezza, versatilità e creatività, fronteggiando anche le situazioni di dolore più acuto, con l’aiuto di un’equipe fortemente multidisciplinare.
- L’infermiere in terapia intensiva
Valerio condivide con noi la sua esperienza di infermiere in terapia intensiva, chiamato ad assistere persone la cui vita è a rischio: il suo compito è cogliere rapidamente i segnali d’allarme e le problematiche cliniche del paziente per aiutarlo ad uscire dall’emergenza il prima possibile, avvalendosi delle proprie competenze tecniche e cliniche e di sistemi di monitoraggio tecnologicamente avanzati.
L’infermiere in sala operatoria
- L’infermiere strumentista
Martin ci racconta cosa vuol dire essere infermiere strumentista in sala operatoria: contribuire con il chirurgo e l’anestesista alla qualità dell’intervento chirurgico, predisponendo tutta la strumentazione necessaria e controllando le condizioni di antisepsi; garantire la sicurezza per il paziente grazie alle proprie competenze plurispecialistiche.
- L’infermiere nei blocchi operatori
Luca ci mostra cosa significa essere infermiere nei blocchi operatori: parte fondamentale dell’equipe chirurgica, questo tipo di infermiere si occupa dell’allestimento della sala operatoria e dell’assistenza al paziente prima dell’intervento e deve pertanto possedere un’approfondita conoscenza degli strumenti e delle tecnologie a disposizione, ma soprattutto forti doti di dinamismo, elasticità e disponibilità.
L’infermiere di reparto
- L’infermiere in degenza
Gloria ci racconta cosa vuol dire essere infermiera all’interno di una degenza ospedaliera: prendersi cura del paziente dal momento del ricovero alla dimissione e garantirgli un’assistenza completa in ogni momento, partecipando attivamente al processo di diagnosi e terapia insieme ai medici ed alle altre figure sanitarie.
- Il Case Manager
Margarita condivide con noi la sua esperienza di Case Manager, cioè quell’infermiere che si trova a gestire casi clinici relativi ad uno specifico settore. La sua sfida quotidiana è sostenere e guidare il paziente nelle difficili scelte terapeutiche e personali che una malattia complessa spesso comporta.
- L’infermiere di ricerca
Francesca ci spiega concretamente cosa vuol dire essere infermiera di ricerca: studiare e mettere in atto i complessi protocolli che consentono di utilizzare a livello terapeutico i farmaci più all’avanguardia, ancora in fase di sperimentazione.
L’infermiere sul territorio: assistenza domiciliare
Carlotta ci racconta cosa significa fornire assistenza domiciliare: curare il paziente nell’ultima fase della sua vita, in cui non sono più necessarie terapie attive, ma un vero sostegno alla persona, per accompagnarla con dignità e senza sofferenze fino all’ultimo momento.
“Quest’esperienza è la prima volta in cui ho sentito parlare di persone, non di pazienti.”