Cancro al colon, nel microbioma il segnale precoce di malattia
Batteri “marcatori” del tumore al colon-retto nel microbioma intestinale
Il carcinoma al colon-retto è una delle più comuni neoplasie di natura maligna che colpisce soprattutto dopo i cinquant’anni d’età.
Anche se le cause non sono ancora a oggi del tutto chiare, tuttavia, è dimostrato che, oltre alla componente genetica, alcuni fattori come le abitudini alimentari e lo stile di vita hanno un ruolo nello sviluppo della malattia.
La ricerca del sangue occulto nelle feci oggi rappresenta l’esame di screening per questo tipo di tumore.
È di pochi giorni fa la notizia, pubblicata su Nature Medicine, della scoperta di una forte connessione tra la composizione del microbioma intestinale e il cancro al colon-retto, grazie allo studio di un gruppo di ricerca italiano, realizzato in collaborazione con Humanitas, e finanziato dalla Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt).
Questo importantissimo risultato aprirebbe la strada a una più precoce diagnosi della patologia e, di conseguenza, a una maggiore efficacia terapeutica.
Tra gli autori dello studio, ha avuto un ruolo molto importante la professoressa Maria Rescigno del Laboratorio di Immunologia delle mucose e Microbiota di Humanitas e docente di Humanitas University.
Una nuova tipologia di diagnosi del tumore al colon-retto
La ricerca del sangue occulto nelle feci come indicatore di un potenziale carcinoma al colon potrebbe essere affiancata da un esame delle feci per la valutazione della composizione batterica del microbioma intestinale.
Così ha spiegato la dottoressa Rescigno: “L’esame delle feci oggi usato per la ricerca del sangue occulto permette di rilevare la presenza di tumore spesso già in fase avanzata. Dall’analisi dei campioni fecali di un migliaio di malati di cancro del colon-retto, provenienti da nove diverse popolazioni mondiali, è emersa invece una stretta relazione tra microbioma e malattia in persone che solitamente hanno un microbioma intestinale diverso. Nelle feci di queste persone è stata individuata la presenza di almeno una decina di ceppi di batteri in comune, identificati come “marcatori” del carcinoma, tra cui il Fusobacterium nucleatum, già associato alla malattia, che segnalano l’insorgenza di questo tumore. Grazie alla loro identificazione, potrebbe essere possibile una nuova tipologia di diagnosi del tumore al colon-retto basato proprio su questi ceppi che nei malati risultano modificati rispetto ai controlli”.
La metagenomica computazionale al servizio della ricerca
Il metodo di ricerca ha analizzato un migliaio di campioni fecali utilizzando la tecnologia digitale per il sequenziamento del materiale genetico del microbioma intestinale (metagenomica computazionale).
“Si tratta del sequenziamento massivo e parallelo del materiale genetico presente nei campioni di feci che, tramite avanzati metodi bioinformatici sviluppati dal nostro laboratorio, ci permette di identificare organismi e geni microbici presenti nel microbioma intestinale”, ha precisato la docente.
Diagnosi e terapie dopo questa scoperta
Nonostante il fatto che il microbioma rilevato nelle feci sia predittivo della presenza del tumore al colon-retto, aumentando, così, l’accuratezza diagnostica dei test già disponibili, è ancora troppo presto per pensare di poter agire direttamente sullo stesso per migliorare le terapie attuali.
“Infatti – conclude la professoressa Rescigno “i risultati dello studio ci indirizzano verso una diagnostica sempre più accurata e precoce, ma non ci permettono ancora di parlare di terapie anti-tumorali che agiscono sul microbioma”.