Martina Briani: la prima dottoressa specializzatasi in Humanitas University
La dottoressa Martina Briani è stata la prima studentessa universitaria a conseguire la specializzazione in Humanitas University, l’Ateneo dedicato alle Life Science strettamente integrato con l’IRCCS, Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, dove l’insegnamento della Medicina è condotto interamente in lingua inglese e gli studenti vengono preparati ad affrontare ogni percorso di carriera sia nella clinica sia nella ricerca.
Dove ha studiato medicina?
“Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia a La Sapienza di Roma e, nonostante avessi vinto il concorso per frequentare la Scuola di Specializzazione nella capitale, al termine del primo anno, ho chiesto il trasferimento presso Humanitas University”, risponde la dottoressa Briani.
E aggiunge: “Ringrazio il professor Giulio Stefanini e il professor Condorelli, direttore di Dipartimento Cardiovascolare e responsabile della Scuola di Specializzazione, per questa opportunità”.
Perché ha deciso continuare il suo percorso formativo presso la Scuola di Specializzazione di Humanitas University?
“Ho scelto di trasferirmi in Humanitas University perché volevo avere la possibilità di formarmi in un ospedale all’avanguardia, che gestisce quotidianamente anche problematiche estremamente complesse, in un ambiente internazionale e che pone una particolare attenzione all’ambito della ricerca”, spiega la dottoressa.
Quali sono, secondo lei, i punti di forza di Humanitas University?
“Rispetto alla maggior parte delle realtà universitarie, Humanitas University presenta, a mio parere, diversi punti di forza di fondamentale importanza”, afferma il medico.
E precisa: “Per prima cosa, può contare su una struttura ospedaliera di ultima generazione, dotata di macchinari all’avanguardia che permettono di conoscere e utilizzare strumentazioni diagnostiche e terapeutiche innovative, grazie alle quali è possibile fornire un’assistenza di alto livello ai pazienti, anche e soprattutto a quelli affetti da patologie molto complesse”.
“Inoltre – continua – ha una connotazione internazionale e ciò favorisce il confronto, sempre stimolante, con culture diverse e momenti d’incontro con professori e studenti provenienti dalle più prestigiose strutture sanitarie del mondo”.
“Infine – sottolinea – è notevole l’attenzione e lo spazio che Humanitas University dedica alla ricerca, fondamentale in un campo in costante evoluzione come quello della Medicina, che si concretizza nei numerosissimi progetti, attuati spesso in collaborazione con Università e Strutture Ospedaliere straniere”.
Di che cosa si è occupata dopo la specializzazione?
“Terminata la specializzazione, ho iniziato da subito a lavorare come assistente in Unità Coronarica, dove ho l’opportunità di mettere in pratica le conoscenze acquisite in questi anni e di continuare la mia formazione in un ambiente ad alta intensità di cure, considerata la casistica di pazienti di cui ci prendiamo cura”, spiega la dottoressa.
Che progetti ha per il futuro?
“Recentemente ho avuto l’opportunità di partecipare a diversi corsi organizzati dall’ACCA (Acute Cardiovascular Care Association), branca della European Society of Cardiology, in cui si è posto un forte accento sul tema della terapia intensiva cardiologica, che sta vivendo un periodo di forti novità grazie anche allo sviluppo di sistemi di supporto al circolo estremamente avanzati, spesso utilizzati durante procedure cardiologiche complesse e in pazienti in shock”, risponde la dottoressa Briani. E conclude: “Mi piacerebbe occuparmene in maniera più approfondita, collaborando anche con i numerosi progetti avviati dal gruppo giovani dell’ACCA, per rendere questi dispositivi, ancora poco conosciuti, più diffusi nella pratica clinica”.