Al via il progetto pilota di Realtà Virtuale per la formazione dei futuri chirurghi
La Realtà Virtuale è entrata a pieno titolo in Humanitas University. Recentemente è partito il progetto pilota per la formazione dei chirurghi rivolto agli studenti del IV anno della MEDTEC School, il corso di laurea in Medicina e Ingegneria Biomedica nato nel 2019. L’obiettivo è l’apprendimento dei comportamenti e delle azioni che devono essere messe in atto nel blocco operatorio seguendo una sequenza definita e precisa. Il progetto è stato realizzato dall’Office Medical Education (OME) in collaborazione con il Simulation Center.
Per gli studenti di Medicina e Chirurgia e MEDTEC è previsto un percorso articolato di attività professionalizzanti che inizia al terzo anno e si conclude al quinto: vengono svolte attività di simulazione, sia sulle procedure sia sulla raccolta anamnestica con pazienti simulati; discussione di casi clinici e frequenza in reparto sotto la supervisione di tutor.
Il blocco operatorio è l’area centrale del reparto dove sono presenti, oltre alle sale operarie, una serie di spazi specifici in cui si svolgono dei processi fondamentali per garantire il passaggio progressivo da aree contaminate fino alla zona sterile della sala operatoria. È un complesso a bassa carica microbica e la messa in pratica dei processi garantisce la sicurezza del paziente e degli operatori sanitari.
«Considerata la complessità e il rigore con cui devono essere eseguiti gli accessi alle sale operatorie nel 2024 è stato introdotto un progetto pilota di orientamento – spiega la dott.ssa Silvia Oldani, Aiuto in Pronto Soccorso e Responsabile dell’Office for Medical Education (OME) di Humanitas University – in modo che gli studenti sperimentino le procedure e i passaggi richiesti nei diversi ambienti. I primi a provare il percorso di simulazione attraverso la realtà virtuale sono stati gli studenti MEDTEC, in due sessioni consecutive nel primo e poi nel secondo semestre prima dell’ingresso nei reparti chirurgici. Questo processo consentirà a coloro che frequenteranno i reparti chirurgici di familiarizzare in un ambiente protetto e verosimile con i diversi passaggi e procedure che dovranno svolgere nel momento in cui accederanno fisicamente».
La RV è un ambiente digitale che simula e ricrea la realtà in modo non tangibile e che viene veicolata ai nostri sensi attraverso delle “console” che consentono l’interazione in tempo reale con tutto ciò è prodotto all’interno di questo mondo. Lo scambio di dati tra il mondo esterno virtuale e quello percettivo interno del soggetto è permesso da dispositivi informatici. I partecipanti indossano un “caschetto” e si immergono in un ambiente tridimensionale ricreato dove accedono ai contenuti per riprodurre tutti gli step per arrivare in sala operatoria in modo sicuro.
L’OME e il Simulation Center, grazie alla collaborazione tecnica dell’ing. Fabio Carfagna, Ingegnere biomedico specialista in simulazione presso il Centro di Simulazione di Humanitas University, ha identificato i diversi passaggi da una stanza all’altra, le relative procedure e cosa può o non può fare il discente. «Gli studenti si trovano all’interno di un ambiente fedele alla realtà e riprodotto correttamente realizzato grazie alla consulenza e supervisione del dott. Marco Babbini, Responsabile Anestesia e Day Hospital Blocco F, Humanitas Research Hospital – spiega il dott. Valeriano Vinci, Chirurgo plastico e membro OME – dove sono stati ricostruiti tutti passaggi e i comportamenti che devono essere messi in atto nelle sequenza corretta».
Gli studenti, una volta indossati i visori si trovano immersi completamente nell’ambiente tridimensionale ricreato e, attraverso l’interazione, possono accedere a una serie preordinata di contenuti definiti in fase di progettazione. Tutto questo ha permesso di creare un vero e proprio mondo parallelo verosimile a quello reale, ma proprio per questo motivo “sicuro” in caso di errore. «É una modalità di apprendimento molto efficace – spiega la dott.ssa Licia Montagna, Pedagogista ed esperta in metodologie didattiche – che permette di apprendere facendo. L’attività si svolge in due fasi consecutive: la prima “in aula” a cura del dott. Babbini, che spiega la teoria sottostante la rigorosità che richiedono certe procedure, il percorso della realtà virtuale e i suoi obiettivi di apprendimento; la seconda “pratica”, dove gli studenti indossano il visore e iniziano il percorso. Ad ogni passaggio effettuato in modo corretto si accende la luce “verde”, mentre in caso di errore si accende la luce “rossa”, che impedisce di proseguire ed è necessario ripetere. Questo consente di identificare il transito da una stanza all’altra e memorizzare i passaggi nel giusto ordine: dalla vestizione, al lavaggio delle mani, a indossare il camice chirurgico, entrare nel blocco operatorio mantenendo la sterilità fino a lavarsi le mani a procedura completata prima di uscire. Il tutto dura circa un’ora».
La prima sessione del progetto pilota ha riscosso un elevato gradimento da parte degli studenti. «Nel 2025 prevediamo di organizzarlo anche per gli studenti di Medicina e Chirurgia a partire dal III anno – informa Oldani – l’iniziativa è stata molto apprezzata perché ha dato modo di “sperimentare” il percorso e comprendere al meglio i passaggi fondamentali in tutta sicurezza».