HPV Unveiled Prevenzione & Awareness: conoscerlo per evitarlo
Molti ne hanno sentito parlare, ma non tutti conoscono l’HPV, eppure grazie alla vaccinazione, disponibile per ragazzi e ragazze, si potrebbero evitare quasi ottomila casi di cancro all’anno in Italia. Sono tumori complicati che riguardano utero, ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe e laringe che potrebbero diminuire in maniera molto significativa grazie alla vaccinazione contro il Papillomavirus (HPV) che è il maggior responsabile.
Proprio per offrire un’informazione corretta e puntuale recentemente Humanitas University ha organizzato l’evento “HPV Unveiled Prevenzione & Awareness”, a cui hanno partecipato circa trecento studenti di Hunimed e due classi V del Liceo scientifico Italo Calvino di Rozzano. Una mattinata intensa, ricca di informazioni e spunti per tutti e in particolare per i più giovani.
«La maggior parte degli HPV determina delle lesioni quali verruche a livello cutaneo o condilomi, escrescenze che compaiono nelle aree genitali sia nell’uomo che nella donna, di dimensioni variabili, escrescenze che solitamente sono di natura benigna. Ci sono però ceppi oncogeni di HPV (i più noti HPV 16 e 18) che possono favorire l’insorgere di tumori – spiega Nicoletta Di Simone – Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia in Humanitas University –. I ceppi oncogeni di HPV sono responsabili della quasi totalità dei tumori della cervice uterina e di tumori che interessano i genitali femminili e maschili: la vagina e la vulva, il pene, la regione anale o tumori extra genitali, cioè, tumori del cavo orale, della laringe e della faringe».
Gli uomini non sono immuni, infatti l’infezione causa sia lesioni benigne o tumorali che interessano la zona genitale, anale o l’orofaringea
«Nell’uomo è per lo più asintomatica, a volte si associa alla presenza di condilomi, delle escrescenze di tessuto che interessano la zona peniena, il prepuzio, il glande, la regione anale. In questi casi è necessaria una valutazione specialistica urologica per effettuare una diagnosi corretta tramite un esame obiettivo associata ad una valutazione attenta di eventuali sintomi – spiega l’esperta –. Per l’uomo non abbiamo test di screening diffusi sul territorio come per la donna (HPV test/pap-test). L’assenza di uno screening di massa sottolinea ancor più l’importanza della vaccinazione anti HPV anche nella popolazione maschile. Infatti, tramite la vaccinazione maschile si riduce in modo importante la circolazione del virus e gli uomini vengono protetti dalle forme tumorali associate all’infezione di alcuni ceppi di HPV».
La prevenzione primaria è costituita dalla vaccinazione che è la via più valida per evitare un’infezione da HPV. «Lo stile di vita ha un ruolo importante nel determinare l’infezione: rapporti occasionali e a rischio e il mancato utilizzo del preservativo – dichiara l’esperta». La prevenzione secondaria è costituita da Pap-test e HPV test, per rivelare il DNA virale dei tipi di HPV ad elevato rischio oncogeno. La politica di prevenzione in Regione Lombardia consente l’accesso al pap-test dai 25 ai 29 anni di età con cadenza triennale e l’accesso ad HPV test a partire dai 30 anni fino a 64 anni, con cadenza quinquennale.
HPV, o papillomavirus umano
È un gruppo eterogeneo di piccoli virus a DNA in grado di infettare la cute e le membrane mucose. Il loro ciclo vitale è legato a quello delle cellule che infettano, di cui generalmente stimolano la divisione e la crescita grazie alla produzione di due proteine chiave, E6 ed E7, direttamente coinvolte nel processo di patogenesi.
«I papillomavirus umani costituiscono un gruppo numeroso ed eterogeneo di quasi 200 tipi virali diversi, divisi in due grandi gruppi – Spiega Valeria Cento – Professore Associato di Microbiologia in Humanitas University. Alcuni tipi, detti “cutanei” infettano solo le cellule degli epiteli squamosi di superficie, generando lesioni comuni quali verruche e papillomi. Quelli detti “mucosi”, sono più versatili e possono infettare sia le cellule degli epiteli superficiali che quelle che rivestono le nostre mucose. I tipi “mucosi” possono quindi generare sia lesioni cutanee comuni che patologie più gravi come il cancro cervicale, anale o orofaringeo. In questi casi parliamo di genotipi “ad alto rischio”». L’infezione primaria da HPV è tipicamente asintomatica. «Una volta internalizzato, HPV è in grado di “riprogrammare” la maturazione della cellula ospite, al fine di rendere più efficace la propria sopravvivenza e la produzione di nuove particelle virali – continua l’esperta – il nostro sistema immunitario è estremamente importante per il controllo e la risoluzione dell’infezione da HPV, che generalmente si ottiene nell’arco di pochi mesi, generando una memoria immunitaria che dura per tutta la vita. Tuttavia, HPV può sopprimere o eludere le risposte immunitarie protettive, generando nel tempo le lesioni che conosciamo. I tipi di HPV ad alto rischio sono in grado di attivare un particolare meccanismo di persistenza e fuga dalla risposta immunitaria, che in ultima analisi li rende virus associati allo sviluppo di cancro. Elemento chiave di questo processo è l’integrazione del genoma di HPV all’interno del DNA cellulare che compone i nostri cromosomi. La cellula che contiene il virus integrato è stimolata da questo ad una riproduzione incontrollata e ciò aumenta, nel tempo, il rischio che una di queste cellule dia avvio ad un processo di trasformazione tumorale. In ragione di questo meccanismo di patogenesi, HPV è classificato come virus oncogeno».
Vaccinazione HPV
La vaccinazione contro l’HPV è raccomandata perché fornisce una protezione efficace contro i ceppi di HPV responsabili di oltre il 70% dei tumori del collo dell’utero e di altre patologie oncologiche correlate, come i tumori orofaringei e anali.
Vaccinare i giovani prima dell’inizio dell’attività sessuale consente di ridurre la circolazione del virus nella popolazione e prevenire l’insorgenza di neoplasie legate all’HPV. Dal 2009 la vaccinazione anti-HPV è offerta in Regione Lombardia a tutti – femmine e maschi – nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, ma può essere somministrata già a partire dai 9 anni nel caso un bambino debba partire per un lungo soggiorno all’estero prima dei 12 anni. Sono previste due dosi entro i 14 anni e tre per chi inizia la vaccinazione dai 15 anni in poi. È inoltre possibile completare il ciclo vaccinale fino ai 26 anni per chi non è stato vaccinato in età adolescenziale, mentre per gli adulti oltre i 26 anni si valuta la somministrazione in presenza di fattori di rischio specifici. La protezione è ottimale dopo circa due settimane dall’ultima dose. Ad oggi, non è ancora possibile stabilire con certezza per quanto tempo durerà la protezione definitiva, poiché la vaccinazione è stata introdotta relativamente di recente in Italia.
Raggiungere un’elevata copertura vaccinale nella popolazione è fondamentale per garantire una protezione efficace contro il virus a livello comunitario. Numerose evidenze scientifiche dimostrano che coperture vaccinali contro l’HPV superiori al 90 percento riducono la circolazione del virus e il rischio di infezione non solo tra i vaccinati ma anche tra i non vaccinati, favorendo la cosiddetta immunità di gregge – informa Elena Azzolini – Professore Associato di Igiene Generale e Applicata e Medicina Preventiva in Humanitas University –». Inoltre, il vaccino ha dimostrato di poter ridurre il rischio di recidive in persone già affette da lesioni HPV-correlate, incluse quelle a elevata frequenza di recidiva come i condilomi ano-genitali. – E continua – È necessario superare barriere come lo scetticismo vaccinale, le disuguaglianze di accesso e le differenze culturali che limitano l’adesione alla vaccinazione. Nonostante l’efficacia consolidata di questa misura preventiva, in Italia la copertura vaccinale per l’HPV nelle ragazze e nei ragazzi undicenni è ancora lontana dal traguardo di immunizzare almeno il 90 percento della popolazione bersaglio di ragazze e ragazzi. Un’ampia copertura vaccinale permette di estendere i benefici della prevenzione all’intera popolazione, con ricadute positive non solo in termini di salute pubblica, ma anche sul piano sociale ed economico, riducendo i costi sanitari e il numero di decessi attribuibili a questo virus».
La prevenzione dell’HPV è un pilastro delle strategie di salute pubblica. A livello globale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato la strategia “HPV Free”, con l’obiettivo di eliminare tutti i tumori causati dal Papilloma Virus entro il 2030, tramite tre target principali: vaccinare il 90 percento delle ragazze entro i 15 anni, garantire il 70 percento di copertura per lo screening delle donne a 35 e 45 anni, e assicurare che il 90 percento delle donne con lesioni precancerose ricevano trattamenti adeguati.