Carriera medica e benessere: uno sforzo costante che comincia all’Università
La carriera nell’ambito medico è davvero impegnativa ed è sempre più evidente che tale scelta comporta un pedaggio fisico e psicologico importante, che può addirittura includere il burnout. Il burnout è un tipo di esaurimento psicologico, accompagnato da sensazioni di inefficacia e disimpegno che si verifica in seguito all’esposizione prolungata a fattori di stress legati al lavoro. Non è raro che casi di burnout si verifichino già all’Università, a causa dell’importante impegno personale e professionale che la facoltà di medicina richiede.
A livello mondiale, i fenomeni di esaurimento fra medici hanno una tendenza in crescita, e con essa cresce il costo associato a tali episodi. La ricerca ha infatti evidenziato come il fenomeno del burnout fra i medici abbia conseguenze finanziarie importanti per il sistema sanitario.
Ricercatori e insegnanti sono sempre più consapevoli dell’importanza di prevenire e comprendere eventuali rischi per la salute mentale. Un ricercatore medico della facoltà di medicina e odontoiatria dell’Università di Alberta in Canada, ha studiato come il comportamento individuale di ognuno prima e durante gli studi influenzi la successiva carriera professionale.
La ricerca, svolta in collaborazione con la facoltà di kinesiologia, sport e ricreazione, ha evidenziato come intraprendere attività non accademiche come lo sport, possa prevenire gli studenti dal burnout e quindi aiutare a gestire meglio le sfide accademiche e i fattori di stress.
È di vitale importanza dunque, capire come prevenire il burnout tra coloro che svolgono carriere faticose come quelle in ambito medico. La prevenzione può evitare il raggiungimento di una condizione di esaurimento e sfinimento. Un possibile metodo di approccio è quello di analizzare i fattori che hanno influenzato la carriera dell’individuo.
I rischi iniziano all’Università
Uno studio intrapreso recentemente negli Stati Uniti ha mostrato che si è più a rischio di burnout durante gli anni della formazione medica. I risultati suggeriscono che possono essere necessari mesi per riprendersi completamente da un episodio di esaurimento. I soggetti che vivono esperienze di burnout duranti gli anni di formazione sono più propensi ad episodi simili dopo la laurea e durante la carriera.
Il burnout è più comune tra i soggetti ad alto rendimento, che solitamente riempiono le fila dei corsi di medicina. Tuttavia, è importante notare che le persone ad alto rendimento non hanno necessariamente capacità di gestione dello stress migliori di altri.
Una volta laureati infatti, i medici solitamente sperimentano difficoltà nel far fronte alle incertezze e alle sfide che si presentano lavorando in un ambiente così complesso e ad alto rischio. Tale difficoltà può avere un impatto negativo sulle capacità di un medico, con fenomeni come ansia da prestazione o errori frequenti che possono provocare un elevato turnover del personale.
Anche se alcuni medici in formazione sperimentano problemi psicologici a causa del percorso universitario difficile, altri riescono invece a sviluppare e adottare pratiche di apprendimento e benessere valide per tutta la vita.
Storicamente, vengono ammessi alla scuola di medicina gli studenti con il rendimento più alto. Una volta entrati, tali studenti hanno dunque standard molto elevati per la loro performance universitaria e professionale.
Molti degli studenti ammessi all’Università di medicina non hanno mai sperimentato fallimenti o battute d’arresto e non sanno dunque come affrontare tali momenti. La paura di fallire è una delle ragioni principali del malessere psicologico che essi sperimentano.
La mentalità di crescita
La ricerca suggerisce che l’abilità di affrontare le sfide in modo efficace si sviluppa nel tempo. Per esempio, gli studenti di medicina che nella vita hanno praticato attività sportive risultano spesso più preparati a gestire lo stress e le sfide accademiche.
Lo sport, oltre ad essere un momento di svago, funge anche da strumento per la gestione dello stress. Se svolto in maniera competitiva, lo sport permette agli studenti di sviluppare la resilienza. Una mente resiliente può influenzare l’individuo in contesti difficili e altamente stressanti come la scuola e la pratica medica.
Lo sviluppo della resilienza e di una mente flessibile può essere facilitato da una mentalità volta alla crescita personale e dalla capacità di guardare avanti. Una mentalità resiliente si basa sull’apprendimento di nuove abilità, sul miglioramento delle proprie conoscenze, sull’aumento delle prestazioni e sulla capacità autocritica.
Le persone con una mentalità di crescita possono modellare le loro esperienze negative in modo produttivo. Guardano alle battute d’arresto come opportunità preziose per migliorare e imparare piuttosto che come sconfitte o eventi vergognosi. Lo sport offre esattamente il contesto per imparare e sviluppare tale mentalità.
Indipendentemente dai noti vantaggi dello sport e dell’esercizio fisico, studi recenti dimostrano che gli studenti che sono coinvolti in svariate attività e quelli che fanno esercizio fisico regolarmente tendono smettere quando entrano al college. Uno studio condotto su studenti di medicina in Australia ha mostrato infatti che la maggior parte degli studenti faceva più esercizio fisico prima di iniziare l’Università di Medicina.
L’ambiente di apprendimento conta
I vari ambienti di apprendimento e attività curriculari possono aiutare gli studenti di medicina a mantenere le loro abitudini di esercizio fisico e a promuovere utili pratiche di benessere.
Questo argomento è molto importante, poiché i medici che svolgono esercizio fisico più spesso o ad una più alta intensità tendono ad avere un migliore benessere professionale. Questi individui sono di solito più impegnati, più professionali e meno esausti sull’ambiente di lavoro.
La ricerca ha anche suggerito che gli studenti di medicina e i medici che conducono uno stile di vita sano, tendono a consigliare tale stile di vita anche ai propri pazienti come strumento per promuovere ed esemplificare le basi per la prevenzione delle malattie croniche.
È fondamentale che gli studenti che sviluppano buone pratiche nello sport o nell’atletica prima del percorso universitario imparino a trasferire tali competenze nell’ambiente accademico. Questo trasferimento deve essere pienamente supportato dall’Università tramite iniziative volte a migliorare l’ambiente di apprendimento e a minare la cultura della perfezione che spesso vi vige. Riuscire in questa impresa ha dunque indubbi benefici a lungo termine su medici, pazienti e sul sistema sanitario stesso.