Tesi di laurea discussa in 3D: una prima volta per Humanitas University
Un momento fondamentale ed emozionante nella carriera di uno studente, la discussione della tesi di laurea, trasformato in un’esperienza senza precedenti grazie all’utilizzo della tecnologia esoscopica 3D, che da alcuni mesi è parte della pratica clinica quotidiana presso l’Otorinolaringoiatria di Humanitas. Protagonisti delle inedite discussioni sono due studenti di Humanitas University. “Per la prima volta tutta la commissione, gli studenti e i parenti hanno indossato occhiali 3D e hanno vissuto in prima persona ciò che si vive in sala operatoria”, racconta il Professor Armando De Virgilio, dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Humanitas.
“Abbiamo introdotto da circa un anno l’esoscopio. Si tratta di un dispositivo dotato di telecamera 3D che riprende il campo chirurgico con immagini ad alta definizione e ne consente l’ingrandimento senza perdere risoluzione. In questo modo si ottiene una visione che è sovrapponibile a quella di un microscopio chirurgico”, spiega De Virgilio. La tecnologia esoscopica 3D è oggi parte della pratica clinica quotidiana presso l’Otorinolaringoiatria di Humanitas. Viene applicata nella microchirurgia laringea, nella chirurgia ricostruttiva testa-collo, in otochirurgia e nella chirurgia delle vie lacrimali. Inoltre grazie alle iniziative originali di tutti i membri dell’equipe ORL stiamo esplorando nuove possibili applicazioni.
Come funziona questa tecnologia innovativa?
La camera riprende il campo operatorio, il chirurgo vede l’immagine ingrandita e in 3D su un monitor che ha di fronte. In questo modo può eseguire l’intervento chirurgico usando lo schermo come intermediario. Ma il vero vantaggio è che quella stessa immagine può essere vista con gli occhiali 3D anche da altre persone: anestesista, strumentista, studenti. Inoltre le immagini possono essere registrate e riviste con lo stesso punto di vista dell’operatore. Questo lo rende uno strumento molto utile in ospedale, ma anche nella didattica.
Come si è arrivati a discutere due tesi di laurea in 3D?
Gli studenti che hanno discusso queste due tesi hanno già firmato diversi paper, per dei neolaureati è una cosa molto rara. Alcuni di questi articoli riguardavano uno studio pre-clinico che abbiamo organizzato al simulation center di Humanitas University, uno dei più grandi e tecnologicamente più avanzati in Europa. Gli studenti del quinto e sesto anno sono stati coinvolti in uno studio, che poi è stato pubblicato, svolto attraverso i simulatori.
Di cosa trattavano le due tesi discusse?
Una tesi aveva come argomento la microchirurgia laringea in sospensione. Siamo nell’ambito della chirurgia delle corde vocali. L’altra riguardava la chirurgia ricostruttiva testa-collo con lembi liberi microvascolari, una sorta di trapianto di tessuto fatto per colmare le perdite di sostanza dovute all’asportazione di un tumore, in una zona esteticamente rilevante. Si tratta di una tecnica che permette l’autotrapianto di tessuto, trasferito nella zona da ricostruire.
Come si sono svolte le discussioni?
In presenza di un numero limitato di persone, per le normative sul Covid-19, abbiamo mostrato gli interventi chirurgici oggetto di discussione della tesi. I candidati hanno studiato gli interventi eseguiti con l’esoscopio, quindi sono stati mostrati video esemplificativi. Le tesi vertevano sulla possibilità di usare l’esoscopio al posto del microscopio. C’è stato molto interesse sia da parte della commissione che da parte dei parenti. Era un’esperienza nuova per tutti.
L’esoscopio rappresenta il futuro della chirurgia?
Io credo di sì. Sono sicuro che l’esoscopio sia il futuro della chirurgia e penso che sostituirà il microscopio, che al momento ha raggiunto il massimo del suo sviluppo. L’esoscopio invece è stato introdotto da poco ed è già in grado di competere, ma ha ancora grandi margini di crescita.
Cosa permette di fare?
È una interfaccia digitale che si presta all’utilizzo della realtà aumentata. In prospettiva, parliamo della possibilità di fornire indicazioni al chirurgo nel corso dell’intervento, integrare informazioni sulla salute del paziente, ma anche sulle condizioni della sala operatoria. Il campo di applicazione è quasi sconfinato.