Coronavirus: è un successo la raccolta fondi degli studenti del corso di Infermieristica di Humanitas University
Si chiamano Sara, Diana, Daisy, Chiara, Gaetano e sono solo alcuni degli studenti del terzo anno del corso di Laurea in Infermieristica di Humanitas University Bergamo che hanno deciso di aprire una raccolta di fondi a favore degli ospedali Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli di Bergamo.
Una scelta nata dal desiderio di fare qualcosa di utile in questo momento di emergenza, partita da ragazzi che tra soli pochi mesi, dopo la laurea, inizieranno a operare direttamente sul campo.
Parliamo di questa iniziativa con la loro capofila, Sara Andrea Lussana.
Com’è nata questa vostra idea della raccolta fondi?
«È nata in modo molto spontaneo. Io e miei compagni del terzo anno, a causa dell’emergenza per il Coronavirus, ci siamo trovati con i tirocini fermi e con l’impossibilità di esercitare la professione, per cui non potendo fare niente a livello pratico abbiamo pensato di poterci rendere utili in un altro modo, cioè raccogliendo fondi per gli ospedali che sono in prima linea in questa battaglia. Partita da noi del terzo anno, l’iniziativa si è immediatamente allargata a tutti gli altri studenti del corso di infermieristica di Bergamo».
Quali finalità ha la vostra raccolta?
«Inizialmente ci siamo posti un obiettivo di raccolta di 10mila euro, che è stato però già superato per cui l’abbiamo spostato a 15mila. L’intento è quello di raccogliere fondi per l’acquisto di attrezzature che vadano a potenziare i reparti di Terapia intensiva e di Terapia Subintensiva, come ventilatori e respiratori, di Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli. Abbiamo scelto questi due ospedali perché lì operano i nostri docenti: abbiamo pensato di aiutare chi in questi anni, oltre ad averci formato dal punto di vista professionale, ci ha trasmesso anche la passione per questa splendida professione. Vogliamo stare loro vicini in questo modo».
Questo è un momento particolare e impegnativo per chi lavora nel settore sanitario. Che cosa pensate, oggi, del percorso professionale che avete deciso di intraprendere?
«Ne parliamo spesso, tra noi studenti, e nelle nostre chiacchierate emerge sempre il fatto che la nostra è una scelta che è partita dal cuore. Questa professione “ce la sentiamo tutti dentro”, ed è per questo che oggi soffriamo nel non poter essere in prima linea con i nostri futuri colleghi. Sentiamo di avere le competenze per poterlo fare, ormai, e il fatto di non poter essere d’aiuto è davvero una sofferenza. Tutto quello che possiamo fare, in questo momento, è attenerci rigorosamente alle disposizioni fissate dal Governo, quindi rimanere a casa e cercare di evitare al massimo i contatti. Per fortuna la nostra formazione non si è interrotta dal punto di vista didattico, seguiamo le nostre lezioni attraverso una piattaforma che ci consente di avere un rapporto quotidiano con i nostri docenti».
Avete molti “fuori sede”? Sai se i tuoi compagni di corso che abitano lontano da Bergamo sono tornati nelle loro case?
«La nostra classe è composta per metà da studenti che vengono da fuori Bergamo. Quelli che vengono da più lontano, come ad esempio dalla Sicilia, hanno deciso di rimanere in città e non tornare dalle loro famiglie perché l’Università ci ha fatto sapere che se avessimo potuto aiutare in ospedale con una sorta di tirocinio ci avrebbero chiamato. Noi siamo pronti, se ci sarà bisogno metteremo a disposizione le nostre competenze e tutto quello che potremo fare per aiutare medici, infermieri e tutti gli altri operatori che in questi giorni lavorano senza sosta per garantire la cura ai pazienti».
Clicca qui per partecipare alla raccolta fondi avviata dagli studenti del Corso di Infermieristica di Humanitas University Bergamo per l’acquisto di materiale che vada a potenziare la Terapia Intensiva e la Terapia Subintensiva di Humanitas Gavazzeni e Humanitas Castelli di Bergamo.